Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Posted in:

La sorveglianza di gallerie

Il complesso delle attività di controllo, ispezione, monitoraggio delle opere da svolgere per garantire la funzionalità e il mantenimento della sicurezza dell’infrastruttura

Sistemi di sorveglianza in galleria

Il sistema di sorveglianza delle gallerie comprende le ispezioni, l’esecuzione di indagini diagnostiche nonché l’installazione di sistemi di monitoraggio strumentale continuo e permanente, che consentono di raggiungere un adeguato stato di conoscenza dell’opera.

A valle dell’acquisizione di un adeguato stato conoscitivo iniziale delle gallerie, le indagini successive e la periodicità delle medesime dovranno essere previste all’interno di uno specifico piano di sorveglianza che interessa la manutenzione e le attività di controllo successive agli eventuali interventi di ripristino eseguiti. 

La Normativa di riferimento

L’attività di sorveglianza strutturale delle gallerie è nel suo complesso disciplinata delle seguenti Norme e linee di indirizzo:

1. Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici del 19/07/1967 n° 6736/61/A1 e s.m.i.: emessa a seguito del crollo delle due arcate centrali del ponte di Ariccia nel 18/01/1967, definisce la caratterizzazione dei controlli (controlli tecnici approfonditi e ispezioni non approfondite o minori) e la loro frequenza (annuale e trimestrale delle parti visibili dell’opera) rapportata al grado tecnico dell’accertamento. Rappresenta l’unica disciplina sulla sorveglianza strutturale applicabile, oltre che ai ponti, anche alle altre opere e manufatti stradali;

2. Circolare della DGVCA prot. 10.529 del 15/04/2021: fornisce ai Gestori autostradali uno strumento per la predisposizione del piano di sorveglianza dell’opera di cui alla circolare del MIMS prot. 152 del 09/04/2021;

sorveglianza di gallerie
1. La galleria Scampitella

3. Circolare della DGVCA prot. 14.428 del 12/06/2020: fornisce ai Gestori autostradali gli strumenti “Manuale Ispezione Gallerie” e “Catalogo dei difetti” che consentono di omogenizzare attività, ispezioni e procedure da attuare per acquisire un’adeguata conoscenza delle caratteristiche e delle condizioni di conservazione del rivestimento delle gallerie;

4. Circolare integrativa del MIT prot. 269 del 07/07/2020: introduce la possibilità di svolgere indagini con metodi alternativi al tradizionale controllo visivo ravvicinato. Necessità scaturita dall’esigenza di controllare lo stato del rivestimento senza lo smontaggio delle “onduline”, ovvero pannelli metallici o in pvc ancorati alla calotta, principalmente in corrispondenza dei giunti trasversali, aventi funzione di raccolta e convogliamento delle acque di percolazione per evitare il gocciolamento sul piano stradale;

5. Circolare del MIMS prot. 152 del 09/04/2021: dispone, per le gallerie rese oggetto di ispezione ai sensi del manuale MIT 2020 e per le quali è stato raggiunto un livello di conoscenza adeguato, la redazione del “piano di sorveglianza dell’opera”. Necessità scaturita dall’esigenza di superare la generalità delle prescrizioni della circolare 6.736/61/A1.

Analogamente a quanto previsto per le nuove opere dall’art. 38 commi 1 e 2 del D.P.R. 207/2010 e dall’art. 101 comma 3 del Codice dei Contratti, in caso di esecuzione di interventi soggetti a specifica progettazione, i successivi controlli sull’efficienza degli stessi devono essere prescritti nel piano di manutenzione, redatto dal progettista e validato o integrato dal Direttore dei Lavori fino al collaudo.

sorveglianza di gallerie
2. Le caratteristiche delle ispezioni tipo 1, 2 e 3

Il manuale “Ispezione gallerie”

Il manuale “Ispezione Gallerie” regolamenta i criteri e le attività che si rendono necessarie per acquisire un adeguato stato di conoscenza delle gallerie ovvero delle parti strutturali che le compongono. In particolare, il manuale divide l’attività ispettiva in due fasi temporalmente consequenziali.

Nella prima fase, si eseguono le cosiddette ispezioni preliminari che, attraverso un’indagine superficiale – eventualmente completata con l’uso di strumentazione adeguata -, consentono di acquisire una conoscenza preliminare dello stato del rivestimento individuando quei difetti che possono arrecare pregiudizio alla sicurezza della circolazione.

Nella seconda fase, quella delle indagini approfondite, si eseguono tutte quelle attività che consentono di approfondire la conoscenza di parti strutturali così come emerse dalle ispezioni preliminari, individuando e classificando contestualmente, i difetti di rilevanza secondaria che possono essere gestiti con interventi dilazionati nel tempo.

Coerentemente a quanto prescritto nel Catalogo dei difetti allegato al manuale MIT e derivante dal sistema di classificazione IQOA riportato nelle Linee Guida CETU del 2015, i difetti individuati in sede di ispezione sono classificati in funzione della loro gravità in cinque categorie (1, 2, 2E, 3, 3U) per i difetti civili e in tre categorie (A1, A2, A2E) per le venute d’acqua e, in caso fosse associato un pericolo per la sicurezza degli utenti, contrassegnati dalla lettera S.

sorveglianza di gallerie
3. Il workflow dei controlli da eseguire sulle varie zone della galleria a seguito dell’ispezione di assessment

Contestualmente o successivamente alla fase ispettiva, vengono definiti gli interventi di ripristino provvisionali per la messa in sicurezza dell’opera.

Tutte le criticità contrassegnate da codice 3, 3U o S (S indipendentemente dalla difettosità di carattere strutturale) vengono sanate con degli interventi di messa in sicurezza a carattere provvisionale (MES) oppure con interventi di sistemazione definitiva (SID).

Con riferimento a quanto previsto nella Circolare del MIMS prot. 152 del 09/04/2021, a valle dell’acquisizione di un adeguato stato conoscitivo iniziale delle gallerie, le indagini successive e la periodicità delle medesime dovranno essere previste all’interno di uno specifico “piano di sorveglianza” che interessa la manutenzione e le attività di controllo successive agli eventuali interventi di ripristino eseguiti. 

Il piano di sorveglianza delle gallerie

Il piano di sorveglianza delle gallerie si applica, come precisato nella Circolare citata, nei tunnel oggetto di “assessment” secondo le specifiche del manuale MIMS emesso in data 26 Maggio 2020 con prot. 12.920.

Le Linee Guida emesse dal Ministero per la redazione del piano di sorveglianza forniscono indicazioni sulla gestione dei controlli di manutenzione da effettuare in galleria a seguito sia dell’ispezione preliminare sia dell’ispezione approfondita di assessment, che costituiscono il cosiddetto “punto zero” rivalutando “ex novo” lo stato di consistenza dei rivestimenti.

Il piano di sorveglianza deve essere redatto sia tenendo conto, come detto, delle risultanze delle ispezioni che degli interventi effettivamente realizzati. Per quest’ultima fattispecie, il piano di sorveglianza dovrà recepire le indicazioni contenute nel piano di manutenzione degli stessi (redatto ai sensi del D.P.R. n° 207/2010).

sorveglianza di gallerie
4. L’intervento tipo A+B1: dopo il completamento della posa di reti metalliche, si passa al montaggio di lamiere grecate

Tale piano è articolato nei seguenti due capitoli:

  • parte A: definizione degli standard minimi di controllo per le parti della galleria non oggetto di interventi;
  • parte B: struttura del piano di sorveglianza degli interventi, a sua volta articolato in:

– manuale d’uso, in cui si descrive l’opera nel suo stato di conservazione al momento dell’ispezione di “punto zero” e gli interventi di sistemazione temporanea effettuati specificando per ognuno di essi gli elementi manutenibili;

– manuale di manutenzione, in cui si descrivono per ciascun elemento manutenibile le anomalie riscontrabili e il livello minimo di prestazione nonché i controlli e gli interventi di manutenzione possibili e la descrizione delle risorse necessarie per eseguirli;

– programma di manutenzione, suddiviso in sottoprogramma dei controlli e sottoprogramma degli interventi; nel primo si indica la cadenza temporale delle ispezioni e quali controlli vanno eseguiti sui singoli elementi nell’ambito di una certa ispezione e nel secondo si forniscono le indicazioni per la programmazione degli interventi.

La fase di montaggio di lamiere
5. L’intervento tipo G1: dopo il completamento della posa di bullonature e reti metalliche, si passa al montaggio di lamiere grecate

Ai fini di una agevole gestione e pianificazione dei controlli, le ispezioni sono state definite e articolate come di seguito riportato (Figure 2 e 3 sopra). 

La standardizzazione degli interventi

La standardizzazione degli interventi tipologici per risolvere i difetti più frequentemente riscontrabili in galleria può essere impostata suddividendo l’intero patrimonio infrastrutturale in due tipologie di gallerie:

  • tipo 1: realizzate prima degli anni Ottanta, senza impermeabilizzazione e quindi maggiormente soggette al degrado causato dall’acqua;
  • tipo 2: realizzate più recentemente e dotate di impermeabilizzazione a garanzia di una maggiore durabilità.

In generale, le prime sono realizzate con rivestimenti in calcestruzzo non armato gettato in più fasi, eventualmente con sezioni armate solo agli imbocchi e/o in tratti ricadenti in ammassi spingenti.

Il catalogo degli interventi
6. Il catalogo degli interventi tipologici di ASPI SpA

Le seconde, invece, sono opere di più moderna concezione sia nelle fasi di scavo che di rivestimento, caratterizzate da rivestimenti realizzati in un’unica fase o in numero di fasi ridotte, con impermeabilizzazione, spesso in calcestruzzo armato o con conci prefabbricati.

Nelle gallerie di tipo 1, le principali difettosità sono riconducibili alla vetustà (infiltrazioni d’acqua e/o ammaloramenti superficiali) e a difetti costruttivi (ammanchi, sottospessori, quadri fessurativi e cavità), in alcuni casi combinati tra loro. In sede di ispezione approfondita, i difetti possono essere identificati in base al Nuovo Catalogo Difetti e classificati secondo il metodo IQOA.

Proprio sulla base delle difettosità e della loro gravità, è stato quindi possibile sviluppare tipologici mirati a fornire soluzioni di immediato utilizzo, efficaci nella risoluzione dei difetti e agevoli da mettere in opera.

Idrofresatura e passivazione delle armature
7. L’intervento tipo I: si procede con l’idrofresatura e la passivazione delle armature esistenti prima del ripristino dello spessore di rivestimento

Obiettivo di questi interventi è, pertanto, la messa in sicurezza a breve termine al fine di traguardare un arco temporale congruo per la definizione di interventi di tipo definitivo.

In generale, per tutti i casi in cui il rivestimento della galleria è risultato scarico, sono stati sviluppati tipologici di intervento compiutamente definiti, mentre nel caso di rivestimenti carichi, sono stati definiti tipologici di “concept” generale.

Oltre ai presidi di base costituiti da reti di protezione e lamiere grecate, pensati per ammaloramenti superficiali e presenza di acqua (Figura 4), sono stati definiti interventi più complessi per situazioni di degrado profondo, costituiti da bullonature, getti di ricostruzione di ammanchi e/o sottospessori e, infine, riempimenti di vuoti e cavità (Figura 5). Specifici interventi sono stati inoltre standardizzati per le sezioni armate (Figura 7).

Il blindaggio con centine metalliche
8. Il blindaggio con centine metalliche (intervento tipo G1 – bulloni + reti + lamiere)

Seguendo questi criteri, è stato sviluppato un catalogo valido per la rete autostradale gestita da ASPI che si compone di 28 tipologici asseverati dal Politecnico di Torino, in conformità alla Circ. MIT DGVCA prot. 24.600 del 19/10/2020.

In aggiunta a tali tipologici approvati anche dal MIMS con verbale del 09/06/2021 (Figura 6), sono attualmente in fase di sviluppo ulteriori soluzioni con centine metalliche finalizzate a gestire le situazioni in cui non risultano realizzabili le bullonature (Figura 8).

La standardizzazione degli interventi, oltre a risolvere prontamente le difettosità più ricorrenti, semplifica anche il processo autorizzativo del MIMS, consentendo di avviare rapidamente i cantieri.

Le lastre prefabbricate
9. Le lastre prefabbricate

In quest’ottica, sempre su impulso del Ministero, si sta lavorando alla standardizzazione anche degli interventi definitivi che vedono, previo consolidamento dell’ammasso e impermeabilizzazione, la ricostruzione del rivestimento in c.a. mediante casseri prefabbricati (Figura 9 sopra).

>  Se questo articolo ti è piaciuto, iscriviti alla Newsletter mensile al link http://eepurl.com/dpKhwL  <