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Azioni concrete per guardare al futuro con speranza

Come ormai consuetudine da molti anni, riportiamo il discorso sullo stato dell’Unione dell’attuale Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha presentato la sua visione di un’Europa che emerge più forte dalla pandemia e indica la strada verso una nuova vitalità

Azioni concrete per guardare al futuro con speranza

La Presidente Ursula von der Leyen ha iniziato il suo discorso con un sentito ringraziamento a tutto il Personale sanitario impegnato in questi mesi nella lotta alla pandemia. Il virus ha mostrato la fragilità della nostra società, ma ora è tempo di azioni concrete per uscire da questa fragilità per approdare ad una nuova vitalità.

Sarà questo, secondo la von der Leyen, il ruolo dell’Unione nel prossimo anno: fare da traino affinché il mondo possa ritrovare la sua serenità e la sua fiducia nel futuro. È questo il senso di NextGenerationEU (il nuovo programma d’investimenti da 750 miliardi di Euro): diventare più forti creando opportunità per il mondo di domani e non limitarsi a intervenire su problemi contingenti del mondo di ieri.

L’UE ha una visione, un piano, gli investimenti: è ora di mettersi all’opera. Le azioni concrete della Commissione si focalizzeranno quindi verso alcuni punti strategici da realizzare nei prossimi 12 mesi. Il primo punto è senza dubbio quello di risollevarsi tutti insieme e assistere chi ne ha bisogno.

La pandemia non è ancora finita e l’Unione ha bisogno di un’economia dal volto umano, che protegge dai grandi rischi della vita, che garantisce stabilità e consente di assorbire meglio gli urti, che crea opportunità e prosperità promuovendo l’innovazione, la crescita e la concorrenza leale.

In primo luogo, l’Europa deve continuare a proteggere la vita e i mezzi per vivere: bisogna quindi continuare a gestire questa pandemia con grande prudenza, responsabilità e unità.

Pur restando la sanità responsabilità dei vari Stati membri, la Presidente ritiene che si debba costruire un’Unione Europea della sanità più forte. Per questo la Commissione metterà in opera misure specifiche per rafforzare e potenziare l’Agenzia europea per i Medicinali e l’ECDC, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.

Inoltre, proporrà di istituire un’Agenzia europea per la Ricerca e lo Sviluppo avanzati in campo biomedico, che sosterrà la capacità e la reattività a far fronte alle minacce e emergenze transfrontaliere, che siano di origine naturale o provocate dall’uomo. Sul piano sociale, la pandemia ha provocato gravi problemi a molti lavoratori.

La Commissione ha quindi elaborato un programma di aiuti sociali, denominato SURE, che permetterà ai 16 Stati membri più colpiti di ricevere un aiuto complessivo di 90 miliardi di Euro a sostegno di lavoratori e Imprese. La Commissione presenterà anche una proposta per sostenere gli Stati membri nella creazione di un quadro per il salario minimo.

Dal punto di vista economico, l’Unione ha bisogno di stabilità. La Commissione ha attivato immediatamente, per la prima volta nella storia, la clausola generale di salvaguardia, sbloccando oltre 3.000 miliardi a sostegno dell’industria, creando per la prima volta i propri strumenti comuni, che integrano in circostanze eccezionali gli stabilizzatori di bilancio nazionali.

Le economie europee hanno bisogno di appoggio politico continuato e bisognerà trovare un delicato equilibrio tra sostegno finanziario e stabilità di bilancio. Nel più lungo periodo non c’è modo migliore per garantire stabilità e competitività che con il rafforzamento dell’Unione economica e monetaria. Bisogna attuare riforme economiche strutturali e completare l’Unione dei mercati dei capitali e l’Unione bancaria.

La pandemia ci ha ricordato quanto siano interconnesse le economie europee e quanto un mercato unico pienamente funzionante sia cruciale per la prosperità: bisogna dunque abbattere le barriere restanti al mercato unico e ridurre la burocrazia, ripristinando al più presto la libera circolazione di persone, merci e capitali.

Il secondo punto riguarda un’Europa proiettata verso il futuro e in particolare il futuro del pianeta. Un cambiamento è necessario e anche possibile. Il Green Deal europeo traccia la strada per diventare il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050.

Ma bisogna agire meglio e più rapidamente con azioni concrete; per questo la Commissione propone di portare almeno al 55% l’obiettivo di riduzione delle emissioni entro il 2030. L’obiettivo è ambizioso, ma raggiungibile e benefico per l’Europa.

Dalla valutazione d’impatto emerge che centrare questo obiettivo metterebbe saldamente l’UE sulla buona strada per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e rispettare i suoi obblighi nel quadro dell’accordo di Parigi.

Le emissioni sono diminuite del 25% dal 1990 e in parallelo l’economia è cresciuta di oltre il 60%. La differenza è che oggi l’UE può contare su più tecnologie, più competenze e più investimenti.

Conseguire questo nuovo obiettivo diminuirà la dipendenza dalle importazioni di energia, creerà milioni di posti di lavoro aggiuntivi e ridurrà di oltre la metà l’inquinamento atmosferico.

Per questo, entro l’estate prossima, la Commissione rivedrà tutta la Legislazione sul clima e l’energia. In questo contesto, il nuovo programma NextGenerationEU farà davvero la differenza, in quanto il 37% dei suoi fondi sarà destinato direttamente agli obiettivi del Green Deal europeo (sviluppo dell’idrogeno, ristrutturazioni d’immobili per renderli ecosostenibili, sostegno alle energie e ai veicoli alternativi e quant’altro).

Il terzo punto è lo sviluppo del digitale. Dobbiamo fare dei prossimi dieci anni il decennio digitale europeo. C’è bisogno di un piano comune per l’Europa digitale con obiettivi chiaramente definiti per il 2030 in ambiti come la connettività, le competenze e i servizi pubblici digitali. E bisogna seguire principi chiari, quali il diritto alla privacy e alla connettività, la libertà di espressione, la libera circolazione dei dati e la cybersicurezza.

L’Europa deve guidare il processo di digitalizzazione, altrimenti sarà costretta a seguire la strada tracciata da altri. In particolare, l’Europa dovrà rispondere a tre sfide in termini di digitalizzazione: dati (stoccaggio, protezione, utilizzo e condivisione), nuove tecnologie (intelligenza artificiale, identità digitale) e infrastrutture (connessioni veloci, banda larga, 5G, supercomputer). 20% del budget di NextGenerationEU sarà dedicato a tutto questo.

Il quarto punto è il ruolo dell’Europa nel mondo. L’Europa crede fermamente nella forza e nel valore della cooperazione nell’ambito degli organismi internazionali. Ma la verità è che non è mai stato così urgentemente necessario come oggi ridare vigore al sistema multilaterale e riformarlo con azioni concrete. E l’Europa deve essere leader di questi cambiamenti, fondati sulla progettualità.

Occorre che l’Europa assuma posizioni chiare e agisca in maniera rapida per quanto riguarda le questioni globali e che approfondisca e affini le sue relazioni con Paesi amici e alleati, oltre a definire rapporti chiari con Paesi concorrenti sul piano economico.

È intenzione della Commissione usare tutto il suo potere diplomatico ed economico per negoziare accordi mondiali in questioni fondamentali, quali l’etica del commercio, la protezione del pianeta, lo sviluppo della democrazia, la globalizzazione dal volto umano, l’equità. Il quinto e ultimo punto è la vitalità europea.

L’Europa ha bisogno di una nuova linfa al suo interno per mettere in atto tutto quello che si è detto precedentemente. E questa nuova vitalità la si raggiunge superando le differenze e gli egoismi che hanno in passato frenato le iniziative europee.

L’esempio più eclatante è quello della questione migratoria. Il nuovo piano sulla migrazione adotterà un approccio umano e umanitario, favorendo i salvataggi in mare ma nello stesso tempo garantendo i rimpatri di chi non ha diritto all’asilo. Parallelamente, i Paesi europei più direttamente esposti al fenomeno migratorio devono poter contare sulla solidarietà di tutta l’Unione.

L’altro aspetto nel quale deve manifestarsi questa nuova vitalità europea è la lotta a qualsiasi forma di razzismo ed estremismo. L’Europa è la patria della diversità e la diversità è la forza dell’Europa (il motto dell’UE, non a caso, è “uniti nella diversità”) e non può dunque tollerare nessuna forma di odio.

La Commissione intende proporre un piano d’azione per estendere l’elenco dei crimini dell’UE a tutte le forme di crimini d’odio e di incitamento all’odio, che sia a causa della razza, della religione, del genere o dell’orientamento sessuale e rafforzare le Leggi sull’uguaglianza razziale. Inoltre, nominerà per la prima volta un coordinatore della Commissione per l’antirazzismo.

Infine, la Commissione intende operare anche per il riconoscimento reciproco delle relazioni familiari nell’Unione Europea ed evitare il più possibile il triste fenomeno dei bambini rapiti da un genitore e portati in un altro Paese.

In conclusione, occorre che l’Europa decida in quale futuro vuole vivere. Senza dimenticare che il futuro dipende dalle azioni concrete che si fanno per costruire il mondo nel quale si vuole vivere. Questo discorso mostra quale futuro intende perseguire la Commissione von der Leyen durante il suo mandato.

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