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Passi avanti per la Pedemontana Veneta

La Regione contrarrà un mutuo per finanziare la SPV, sulla quale intanto - tra non poche difficoltà -proseguono i lavori

Passi avanti per la Pedemontana Veneta

Per approfondimenti suggeriamo di leggere “Strade & Autostrade” n° 118 Luglio/Agosto 2016 a pag. 8 con https://www.stradeeautostrade.it/strade-e-autostrade/la-superstrada-pedemontana-veneta/ e n° 143 Settembre/Ottobre 2020 a pag. 21 con https://www.stradeeautostrade.it/strade-e-autostrade/prime-aperture-per-la-superstrada-pedemontana-veneta/.

La Superstrada Pedemontana Veneta (SPV) sarà una strada a due carreggiate indipendenti, ciascuna con due corsie per senso di marcia ognuna larga 3,75 m, che collegherà la A4 a Montecchio Maggiore (VI) con la A27 a Spresiano (TV).

I 95 km del percorso interesseranno 38 Comuni e si snoderanno prevalentemente in trincea, ma la prima superstrada a pedaggio italiana sarà caratterizzata anche da 7,8 km di gallerie naturali e da 5,9 km di gallerie artificiali: tutte soluzioni che consentiranno di limitare l’impatto visivo e acustico sul territorio.

  • Il tratto in artificiale lato Spresiano della galleria di Malo
    Il tratto in artificiale lato Spresiano della galleria di Malo
    Il tratto in artificiale lato Spresiano della galleria di Malo

I lavori stanno procedendo, malgrado alcune interruzioni legato a due sequestri dei cantieri. Il primo, a seguito di un incidente mortale che nell’Aprile 2016 ha coinvolto un operaio impegnato nel disgaggio dopo una volata nel traforo di Malo (che con i suoi 6.230 m è la più lunga galleria a doppio fornice attualmente in costruzione in Italia); il secondo perché per la messa in sicurezza del cantiere della succitata galleria, il Consorzio avrebbe adoperato bulloni e chiodi senza marcatura CE, obbligatoria per i prodotti per i quali esiste una direttiva comunitaria e indice di conformità secondo gli standard di sicurezza regolamentati dall’Unione Europea. I primi tratti potrebbero essere aperti al traffico già il prossimo anno.

Prosegue anche l’iter finanziario per l’opera. Lo scorso 16 Maggio, il Governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, aveva annunciato che non ci sarebbe stato bisogno di introdurre l’addizionale IRPEF, al termine della riunione della giunta che aveva approvato lo schema di contratto con il Concessionario Sis; il meccanismo, che ha consentito di scongiurare l’introduzione dell’IRPEF (ipotesi considerata lo scorso Marzo), si basa sull’approfondimento di alcuni aspetti legati alla fiscalità del progetto e dell’intero bilancio regionale, che hanno consentito lo sdoppiamento del mutuo trentennale che la Regione contrarrà con la Cassa Depositi e Prestiti e che sarà acquisito in due tranche: una di 140 milioni nel 2018 e una di 160 milioni nel 2019. In tal modo, la Regione opererà all’interno della propria capacità di indebitamento annuale, non necessiterà di provviste in entrata e rispetterà le condizioni imposte dal fiscal compact.