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La gestione dell’invecchiamento delle infrastrutture

La protezione catodico-galvanica delle opere d’arte

La gestione dell’invecchiamento delle infrastrutture

Più precisamente, non si ha corrosione se il potenziale del metallo (zona anodica) assume valori al di sopra, cioè più nobili, di un potenziale di soglia, detto potenziale critico di pitting, o di rottura Epit, che dipende dal contenuto di ioni cloruri.

Si dice che gli ioni cloruri variano il potenziale di auto-passività dell’acciaio stesso, per cui l’aumento del loro tenore in una zona specifica dell’elettrolita (calcestruzzo) che circonda un pezzo di acciaio può innescarne la corrosione senza alterazioni nel campo elettrico.

La protezione catodico-galvanica

Tra le tecniche d’avanguardia dell’asset integrity, emerge la protezione/prevenzione catodico-galvanica, il cui scopo e appunto quello di proteggere l’acciaio strutturale dalla corrosione dovuta all’azione degli agenti aggressivi ambientali.

Tale tecnica si basa su regole elettrochimiche e può essere realizzata imprimendo una corrente continua fra un elettrodo, definito anodo e il metallo che si vuole proteggere, che diventa quindi il catodo.

Questo circuito genera l’abbassamento del potenziale dell’elemento metallico e ne riduce la sua velocita di corrosione, di fatto contrastando la corrente generata dal processo corrosivo.

Il processo catodico può essere innescato in due diverse condizioni:

  • qualora il fenomeno della corrosione dell’elemento metallico sia già in atto, ci si trova in condizioni di protezione catodica, che ha lo scopo di ridurre l’attività fino al suo arresto;
  • nel caso in cui il fenomeno della corrosione non si sia ancora verificato si può definire il processo di prevenzione catodica, che ne impedisce l’innesco.

Le tecniche per realizzare un intervento di protezione catodica sono sostanzialmente due:

  • sistema a corrente impressa;
  • sistema ad anodi galvanici.