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La nuova categoria di laboratori per prove su strutture esistenti

Con la conversione in legge del DL “Sblocca Cantieri” arrivano gli Esperti per i controlli strutturali sulle opere esistenti

La nuova categoria di laboratori per prove su strutture esistenti

Con la conversione in Legge del DL “Sblocca Cantieri”, Legge n° 55 del 14 Giugno 2019, viene istituita la figura del laboratorio autorizzato per le prove sugli edifici esistenti.

L’emendamento, presentato in Senato all’atto della conversione in Legge, ha inciso sulla forma preesistente dell’art. 59 del DPR 380/01, integrando il numero dei laboratori autorizzabili dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

Si è così passati dai laboratori per “prove sui materiali da costruzione” e “prove di laboratorio su terre e rocce” ai laboratori per “prove e controlli su materiali da costruzione su strutture e costruzioni esistenti”.

A seguito della riforma normativa, il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici è stato chiamato a disciplinare, attraverso la Circolare 633 del Servizio Tecnico Centrale del 3 Dicembre 2019, il nuovo settore dei laboratori.

prove
1. La misura durometrica su barra d’acciaio

Si tratta di una svolta epocale nel mondo dei controlli sul costruito esistente e quindi, per riflesso, nell’ambito del risanamento delle opere d’arte infrastrutturali italiane. In altri termini, si fa un po’ di chiarezza in un contesto che negli ultimi anni aveva visto operare, nel mercato dei controlli strutturali, soggetti a volte molto diversi tra loro per competenze e capacità.

La riforma andrà a pieno regime con l’emissione dei primi provvedimenti autorizzativi dei nuovi laboratori, attesi, come riportato dalla stessa Circolare, a partire dal 3 Dicembre 2020.

Per comprendere come si sia arrivati a questa importante svolta è necessario fare un passo indietro e tornare alle NTC 2008, ovvero quando la diagnostica è entrata stabilmente negli obblighi normativi.

Con le NTC 2008 e, soprattutto, a seguito dei chiarimenti di cui alla Circolare applicativa del 2009, l’esigenza cogente di raggiungere i cosiddetti “livelli di conoscenza” ha moltiplicato le richieste del mercato e, di conseguenza, si sono affacciati al mondo dei controlli nuovi operatori.

In questo contesto storico si è operato di fatto uno spostamento di baricentro: si è passato da pochissimi soggetti altamente specializzati, ma di nicchia, a nuovi operatori.

La moltiplicazione della domanda si è inevitabilmente tradotta in una moltiplicazione dell’offerta a cui non sempre è corrisposta la persistenza degli auspicati requisiti di formazione ed esperienza.

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2. Il monitoraggio di un viadotto attraverso la stazione totale

Si è posto il problema di chi fosse preposto a fare i controlli strutturali. Tutti ne rivendicavano la facoltà ed in nome di questo pluralismo, troppe volte si sono viste eseguire prove strutturali da soggetti privi di qualsiasi titolo di studio e privi di qualsiasi certificazione delle competenze. Non di rado vi sono rapporti di prova firmati da un qualsiasi Sig. Mario Rossi.

In questo contesto, è intervenuta la promulgazione delle NTC2018, dove si è tentato di porre ordine, indirizzando le fasi di conoscenza strutturale verso i laboratori autorizzati dal CSLP, prescrivendo che l’azione di campionamento su strutture esistenti fosse demandata ai soli laboratori ex art. 59 del DPR 380/01.

Il problema è che all’atto della promulgazione delle NTC 2018, i laboratori autorizzabili erano solo di due tipi, ovvero quelli sui materiali da costruzione (nati per il controllo sui controlli in accettazione dei materiali in cantiere) e quelli su rocce e terre (nati per l’analisi dei suoli). In questo contesto, quindi, si è reso necessario un riordino delle competenze dei laboratori, con la nascita della nuova categoria, opportunamente specializzata nei controlli sulle strutture esistenti.

La riforma del settore dei laboratori ex art. 59 del DPR 380/01 si tradurrà in un vantaggio per i soggetti gestori dei grossi patrimoni strutturali e infrastrutturali pubblici.

Il vantaggio a cui ci si riferisce è quello della selezione di soggetti qualificati a cui affidare le attività di controllo sulle strutture esistenti. Prima della riforma dei laboratori, infatti, non esisteva alcun tipo di riferimento per la scelta dei soggetti più appropriati per le analisi sul costruito esistente.

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3. L’esecuzione di un carotaggio su elementi in cls

Troppe volte la Pubblica Amministrazione si è trovata in situazione di forte imbarazzo nel dover scegliere tra soggetti specializzati, afferenti al mondo delle Società di ingegneria, oppure ai laboratori autorizzati dal Ministero.

Il dubbio amletico era fra affidarsi a un soggetto sicuramente esperto in controlli sul costruito storico in forza di una organizzazione aziendale forte di pregresse esperienze curriculari o scegliere il soggetto con la “patente” ministeriale, ma nato per controlli di tutt’altro genere (cioè quelli in accettazione).

La Circolare annulla la differenza e consente ai primi, le Società di ingegneria specializzate nel controllo strutturale, di entrare nell’ambito del meccanismo autorizzativo e concessorio di tipo ministeriale.

Il vantaggio per i Gestori del patrimonio pubblico non sarà solo quello di poter scegliere un soggetto “verificato” dal Ministero, ma anche di poter scegliere un contraente specializzato, anche per settori.

Innanzitutto, la Circolare 633 del Servizio Tecnico Centrale ha chiarito che il Personale del laboratorio deve essere formato espressamente da tecnici specializzati, attraverso la certificazione delle competenze.

In particolare, si fa riferimento al fatto che il Direttore di laboratorio dovrà essere necessariamente un Ingegnere o Architetto iscritto all’Ordine professionale con esperienza decennale nel settore delle prove strutturali. In altri termini, i laboratori per le prove su strutture esistenti si qualificheranno, una volta che la riforma avrà piena attuazione, in centri di eccellenza per la diagnosi delle patologie edilizie e strutturali.

Il Personale, sia quello sperimentatore che quello direzionale, dovrà essere certificato ai sensi della UNI/PdR 56:19 – Certificazione del Personale tecnico addetto alle prove non distruttive nel campo dell’ingegneria civile.

misura durometrica
4. Un rilievo strutturale eseguito con tecnica radar ad alta frequenza

Quella della certificazione del Personale tecnico operante non è una questione secondaria. Chi si occupa di test in cantiere sa bene come a influire sul risultato di misura concorrano condizioni al contorno: la corretta procedura di prova, la disponibilità delle Norme di buona tecnica (che oggi importiamo per alcune prove dal mondo anglosassone o da quello americano), la certificazione e la sicurezza del Personale e la taratura degli strumenti.

Eseguire correttamente prove in cantiere, quindi, significa mettere in piedi una organizzazione complessa, che lavora in regime di qualità e che conta sulle competenze maturate da tecnici specializzati.

Sempre in tema di requisiti di specializzazione espressi dalle nuove forme di laboratorio appaiono importanti anche i tre settori in cui è stata suddivisa l’autorizzazione ministeriale:

  • settore A: prove su strutture in calcestruzzo armato normale, precompresso, muratura e legno;
  • settore B: prove su strutture metalliche e strutture composte;
  • settore C: prove dinamiche sulle strutture.

I soggetti gestori potranno scegliere se conseguire l’autorizzazione in tutti i settori oppure scegliere solo il settore A o quello B, con il settore C che diventa opzionabile solo da coloro i quali posseggono uno dei primi due. Insomma, una volta che la riforma sarà andata a pieno regime non avremo soggetti “tuttologi” ma altamente specializzati.

Sarà quindi, compito degli Enti proprietari/Gestori dei grossi patrimoni pubblici fare un uso mirato della Circolare 633 al fine di selezionare il soggetto più adatto all’analisi dell’opera d’arte strutturale, in base alle specificità di quest’ultima (epoca di costruzione, tipologia strutturale, ecc.).

Laboratori
5. La prova di carico su un viadotto

In definitiva, la riforma dei laboratori si pone come una occasione importante per la cura del patrimonio strutturale e infrastrutturale italiano.

L’esperienza ci insegna che più si approfondisce la fase di diagnosi, meno gli interventi sono invasivi e costosi. Occorre mutare l’approccio culturale. Su questo, nei prossimi anni, la categoria dei nuovi laboratori, unitamente ai soggetti gestori del patrimonio nazionale, è chiamata a una nuova frontiera della manutenzione, quella di tipo predittivo.

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