Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Posted in:

Materiali marginali nelle miscele stradali

L’utilizzo della scoria “bianca” nei conglomerati bituminosi

Materiali marginali nelle miscele stradali

Al contrario, l’utilizzo della scoria nella frazione fine (LFS) e grossa (EAFS) causa considerevoli decrementi della resistenza ITS (i risultati peggiori si ottengono infatti proprio per le miscele SSL e ELL). Piuttosto che a un effettivo decremento della resistenza a trazione del conglomerato dovuto alla presenza degli aggregati marginali, il suddetto risultato sperimentale è con tutta probabilità da imputare al maggiore contenuto di vuoti precedentemente evidenziato per queste miscele le quali, di conseguenza, ne risultano indebolite.

Ad ogni modo, i risultati di resistenza a trazione indiretta possono essere comunque considerati accettabili se comparati con i requisiti dei principali Capitolati di riferimento che solitamente prescrivono valori minimi ben al di sotto di quelli riscontrati per le miscele oggetto di indagine. 

La durabilità

La durabilità è stata investigata mediante prova Cantabro (EN 12697-17), atta alla valutazione della resistenza allo sgranamento delle miscele.

La scoria LFS (in forma di filler) sembra garantire la migliore durabilità, perlomeno nella prospettiva di sostituire l’aggregato naturale nel mastice bituminoso (SSL presenta infatti la minore perdita in peso). La ridotta attitudine alla disgregazione può quindi essere attribuita ad una migliore compatibilità fisica tra filler LFS e bitume.

La maggiore rugosità superficiale dell’aggregato marginale consentirebbe infatti di assicurare film di legante più spessi e stabili, proteggendo l’aggregato ed opponendosi ai distaccamenti di particelle.

Per quanto concerne la sola frazione grossa, inoltre, la scoria nera (EAFS) sembra incrementare la durabilità in modo apprezzabile se sostituita all’aggregato siliceo; una possibile interpretazione del fenomeno può essere anche in questo caso fornita considerando la buona adesione tra bitume e scoria EAF già documentata in altri studi.

Risulta ancora una volta chiara la marcata influenza dell’indice dei vuoti sulla propensione allo sgranamento dei campioni. Nel complesso, i risultati possono comunque essere ritenuti accettabili.