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Conglomerati bituminosi: sperimentazione di riciclato a caldo in ambito urbano

Un cambiamento sicuro e progressivo rivolto all’ecosostenibilità è possibile istruendo e coordinando tutte le realtà coinvolte dalla pianificazione al progetto, alla produzione, all’esecuzione, alla direzione lavori e al controllo qualità

Conglomerati bituminosi: sperimentazione di riciclato a caldo in ambito urbano

Tale quantità dipende sia dal sistema di inserimento e riscaldamento del fresato all’impianto di produzione, sia dalla capacità di correggere le proprietà fisiche e chimiche del bitume invecchiato.

Quando il riciclaggio a caldo avviene in impianti di tipo discontinuo, il fresato può essere riscaldato attraverso differenti metodi, tra i quali i più efficienti prevedono il tamburo essiccatore con bruciatore schermato, il doppio tamburo essiccatore e il tamburo essiccatore provvisto di anello esterno.

Il primo metodo consiste nell’inserire il fresato insieme agli aggregati vergini nel cilindro essiccatore. Seppur la schermatura della fiamma consente di evitare il contatto diretto tra la fiamma e il fresato, il riscaldamento di alte percentuali di conglomerato di recupero potrebbe comportare un eccesso di emissione di fumi.

Il possibile incremento della generazione di fumi potrebbe richiedere un sistema di filtraggio aggiuntivo che può avere un significativo impatto sull’investimento iniziale e sulla gestione dell’impianto, spesso superiore al risparmio dovuto al riutilizzo del fresato.

Il secondo metodo consiste nel riscaldamento del fresato in un tamburo separato, il quale opera a temperatura minore rispetto a quella del tamburo per gli aggregati vergini, evitando così l’eccessiva produzione di fumi. Questo sistema però, considerando gli attuali prezzi dei materiali vergini, potrebbe risultare non conveniente dal punto di vista economico, in quanto è necessaria una importante quantità addizionale di energia per il funzionamento del secondo tamburo.

Infine, il terzo metodo consiste nell’introduzione in un anello esterno al tamburo essiccatore del conglomerato di recupero che poi viene riscaldato per contatto con gli aggregati vergini e rappresenta un buon compromesso tra le due soluzioni precedenti, poiché permette sia di limitare le emissioni che di contenere il dispendio energetico. È però da sottolineare che tramite quest’ultima tecnica, la quantità di fresato riutilizzabile è sicuramente inferiore ai due metodi precedenti.

Ovviamente, tanto più alte sono le percentuali di fresato che si vuole riutilizzare, tanto più accurata dovrà essere la gestione e selezione di tale materiale, sia in termini qualitativi che di omogeneità. Considerando le caratteristiche del bitume invecchiato, è noto che esso mostra una minore duttilità e capacità di ricoprire gli aggregati rispetto al bitume vergine, rendendo il prodotto finito troppo rigido e fragile.