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La ferrovia ad alta velocità Sofia-Istanbul

L'adeguamento sismico mediante fasciatura in CFRP delle pile di un ponte ferroviario esistente nella tratta Plovdiv-Svilengrad della linea ad Alta Velocità: le problematiche e l'intervento realizzato

La ferrovia ad alta velocità Sofia-Istanbul

L’applicazione di materiale composito fibroso a matrice polimerica (Fiber Reinforced Polymer), ormai molto diffuso in Italia, comporta un incremento di resistenza senza modifiche sostanziali sulle rigidezze, sulle masse e sulle dimensioni dell’opera. Questi particolari vantaggi possono essere felicemente impiegati per la riabilitazione statica e sismica di edifici ed infrastrutture.

Immagini

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  • Le indagini sul livello di degrado sul conglomerato cementizio
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    Le indagini sul livello di degrado sul conglomerato cementizio
  • Le fasi dell’intervento
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    Le fasi dell’intervento
  • Le fasi dell’intervento
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    Le fasi dell’intervento
  • Tipiche rotture per prove di pull-out
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    Tipiche rotture per prove di pull-out

Nel caso descritto nel presente articolo si evidenzia un intervento di incremento di resistenza al taglio sulle pile di un ponte esistente nella tratta Plovdiv-Svilengrad in Bulgaria, sulla costruenda ferrovia ad Alta Velocità Sofia-Istanbul. Si tratta, più in dettaglio, dell’adeguamento sismico a taglio delle pile in conformità alle indicazioni della Normativa europea – Eurocode 8-2.

La descrizione dell’opera

L’opera da adeguare è parte del sistema ferroviario ad Alta Velocità che collega le città di Plovdiv e Svilengrad in Bulgaria, finanziato in parte dalla Comunità Europea che diventerà operativo nel prossimo 2014.

L’intervento di adeguamento sulle pile

Il primo intervento necessario per garantire la durabilità dell’opera è quello della sostituzione del copriferro carbonatato con malta cementizia di elevata adesione al supporto, compatta e stabile volumetricamente nel tempo.

Per garantire l’adesione tra supporto e nuova malta si è praticata una idrodemolizione fino ad ottenere una rugosità macro (±5 mm). Su questa superficie ruvida si è spruzzata malta con espansione in aria in spessore tale di riportare ad una superficie leggermente convessa la pila. Il tessuto, infatti, deve trovarsi applicato su una superficie perfettamente planare o convessa,ma mai su una superficie concava, altrimenti si vanifica il suo effetto benefico in quanto, all’assorbimento di una forza di trazione, i filamenti si allineano staccandosi dal supporto stesso.

Dato il carattere di primaria importanza dell’opera, il dimensionamento del contributo a taglio del rinforzo fibroso è operato in modo tale da limitare il regime deformativo sul conglomerato in modo che quest’ultimo non superi le sue massime potenzialità.

Esiste, inoltre,  una soglia oltre la quale il conglomerato si rompe a taglio-trazione prima della rottura a trazione della staffatura. Tale soglia dipende dalla qualità del conglomerato e dalla disposizione del rinforzo al taglio.

L’applicazione del sistema di rinforzo

I lavori sono stati eseguiti dalla Alga di Milano – Società specializzata negli adeguamenti sismici e rinforzi strutturali – nel mese di Luglio 2011. Tra i vantaggi principali di questa tecnologia, vi è il fatto di poterla applicare velocemente e facilmente in opera con maestranze qualificate e di numero limitato.

La verifica del rinforzo con le fibre

La tecnologia FRP si basa sull’applicazione di materiale inerte al degrado in aderenza con il supporto nella direzione richiesta dal progetto.

I parametri da controllare sono quindi:

  • l’effettiva resistenza a trazione del prodotto pronto per la sua applicazione;
  • l’aderenza al supporto;
  • il numero effettivo di strati applicati;
  • la direzione di stesa del filato.
Conclusioni

In questo articolo si è presentato un intervento di adeguamento al taglio di alcune pile condotto nel luglio 2011 su un ponte ferroviario sulla linea ad Alta Velocità che collegherà Sofia con Istanbul, mediante l’impiego di tessuti unidirezionali in composito fibroso FRP.

Si è, in particolare, focalizzata l’attenzione sulla necessità di contenere i regimi deformativi del calcestruzzo quando si trova soggetto ad azioni di questo tipo, in quanto le raccomandazioni di progetto italiane paiono poco cautelative se comparate con dati sperimentali diretti recuperati dalla bibliografia.