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Sicurezza infrastrutture stradali: un costo o un’opportunità?

All'interessante Workshop internazionale tenutosi a Londra si è parlato anche dell'Autostrada del Frejus

Sicurezza infrastrutture stradali: un costo o un’opportunità?

L’Alta Velocità Torino Lione è considerata dall’Unione Europea e dal Governo nazionale un’opera essenziale per l’Europa, per il futuro sviluppo economico dell’Italia e, nell’immediato, per ridare slancio all’economia, con la creazione di importanti opportunità imprenditoriali e occupazionali, soprattutto per il territorio che attraversa. 

Secondo il Governo italiano, molte delle manifestazioni dei NO TAV sono state infiltrate da gruppi estremisti e violenti, anche stranieri, che nulla hanno a che vedere con gli abitanti della Valle di Susa.

Ci sono stati episodi e situazioni di notevole violenza che hanno riguardato la security in generale e quella dell’autostrada in particolare, avvenimenti che hanno visto coinvolti anche soggetti terzi rispetto alle ragioni degli opponenti, episodi dei quali si occupano le competenti Prefetture, Questure e Magistrature.

Secondo la Procura di Torino, nel solo biennio 2012-2013 ci sono state ben 108 circostanze di intimidazioni, aggressioni, minacce e danneggiamenti.

Per quel che interessa il nostro argomento è evidente che, accanto a tali grandi problemi di security, esiste un altro grande tema: quello dei danni che tali episodi procurano al gestore delle infrastrutture autostradali, che nel caso che ci riguarda è l’Autostrada A32, che è stata la sede e qualche volta il bersaglio di quasi tutte le manifestazioni locali.

Quali e quanti sono i danni prodotti da tali episodi?

I danni, sia diretti che indiretti, sono tanti e molto rilevanti.

Per quanto riguarda i primi, a prescindere dalla penalizzazione per gli utenti, che tuttora persiste, derivante dalla parzializzazione della carreggiata in discesa dell’Autostrada A32 conseguente alla permanenza del varco autostradale di accesso al cantiere TAV, i principali sono costituiti dai danneggiamenti alle infrastrutture ed agli impianti dell’autostrada e dai mancati incassi conseguenti alle interruzioni della libera circolazione in occasione delle manifestazioni NO TAV. 

Quelli indiretti riguardano invece i danni all’ambiente e al turismo, sia della valle di Susa che dei valichi alpini circostanti verso i quali si trasferisce parte del traffico che transita attraverso l’A32 e, per quanto riguarda il gestore di quest’ultima, lo sviamento del traffico diretto in Francia verso il corridoio alternativo del Monte Bianco. Questo è quanto avvenuto nell’ultimo periodo ed è evidente che tale trasmigrazione di traffico, in particolare di quello delle merci, non può che dipendere dall’insicurezza degli utenti, conseguente al timore di incappare in nuovi episodi di occupazioni, di chiusure o di situazioni ancora più gravi. 

Si tratta peraltro di danni difficilmente quantificabili ed eliminabili perché incidono sulle sensibilità degli utenti, in particolare degli autotrasportatori, chiamati a scegliere il percorso più breve, economico e sicuro, per trasferire persone e cose da una parte all’altra della frontiera con la Francia. Siamo quindi di fronte ad un classico caso, sicuramente meritevole di essere conosciuto anche a livello internazionale, che dimostra come il problema della security, e non solo della safety, sia diventato strategico per le nostre strade e autostrade.