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Protezione delle armature dai fenomeni di corrosione

La Redazione ha posto alcune domande sul tema della protezione catodica galvanica all’Ing. Federico Laino della Building Line di Mapei SpA, che ci ha parlato anche di un caso applicativo: quello per il nuovo cordolo del viadotto Mollere sull’Autostrada dei Fiori, nel tronco A6 Torino-Savona. A otto anni di distanza, il sistema di controllo installato conferma che la struttura è ancora protetta

Protezione delle armature dai fenomeni di corrosione
“S&A”: “Quali sono i principali accorgimenti da adottare nella preparazione e nell’applicazione degli anodi?”.

“FL”: “Innanzitutto, è bene sottolineare come un sistema di protezione di questo tipo debba essere progettato sulla base di alcuni dati oggettivi come la superficie di calcestruzzo esposta agli agenti aggressivi, la quantità di armatura da proteggere e la geometria dell’elemento strutturale.

La distanza tra gli anodi si calcola rapportando la superficie di acciaio da proteggere con la superficie di calcestruzzo a diretto contatto con l’inquinante, dopodiché, una volta stabilita la spaziatura, si passa al posizionamento in cantiere.

Nel caso del viadotto Mollere, il sistema di prevenzione catodica è stato applicato, essendo una nuova realizzazione, direttamente sulle gabbie d’armatura ancora libere dal calcestruzzo.

In questa situazione, l’applicazione è molto facile in quanto gli anodi vengono fissati con delle semplici legature in filo di ferro alle barre in modo che l’anodo non si possa muovere o distaccare durante lo scarico del calcestruzzo. Molto importante è che l’anodo dopo il getto sia completamente avvolto dal calcestruzzo, in quanto se ci fossero dei vuoti ne inficerebbero il funzionamento”.

“S&A”: “In che modo è stato controllato nel tempo il funzionamento del sistema, e quali sono i requisiti minimi richiesti dalla Normativa?”.

“FL”: “La Norma ISO 12696 “protezione catodica dell’acciaio nel calcestruzzo” [4], definisce che il criterio più comune per la valutazione delle prestazioni del sistema applicato ad una struttura è la misurazione della depolarizzazione partendo dal potenziale “Instant OFF”.

In termini pratici, si deve misurare il potenziale delle armature, attraverso un elettrodo di riferimento, con gli anodi collegati, dopodiché si sconnettono dalle armature e si ripete la misurazione. Si assisterà al fenomeno della depolarizzazione, che consiste in una risalita del potenziale dell’armatura verso valori più positivi.

La differenza di potenziale, secondo ISO 12696, deve essere di almeno 100 mV in un lasso di tempo massimo di 24 ore o almeno 150 mV per un periodo superiore.

Nel caso del viadotto Mollere, il potenziale è stato controllato in diversi momenti a partire dall’applicazione realizzata nel 2010, e anche oggi, dopo circa otto anni dalla realizzazione dell’intervento si possono misurare valori che indicano che le armature sono ancora protette efficacemente dalla corrosione”.