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Franco Bettoni: l’uomo che… tutela la sicurezza dei lavoratori

Intervista in esclusiva a Franco Bettoni, Presidente di INAIL

Franco Bettoni: l’uomo che… tutela la sicurezza dei lavoratori

Una nomina dal forte valore simbolico: il nuovo Presidente dell’INAIL è Franco Bettoni, da anni impegnato in Organizzazioni che mettono al centro il diritto alla salute e sicurezza dei lavoratori e la tutela delle persone con disabilità da lavoro.

Nel suo percorso annovera infatti anche la Presidenza dell’Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro), alla quale si era iscritto nel 1976 dopo un grave infortunio professionale, e della Fand (Federazione tra le Associazioni nazionali delle persone con disabilità).

A Franco Bettoni sono attribuiti, in attesa del perfezionamento della nomina del Consiglio di Amministrazione e del Vicepresidente, i poteri degli Organi politico-amministrativo di vertice dell’Istituto.

Il neo Presidente dell’INAIL succede con un mandato quadriennale a Massimo De Felice. Lo abbiamo incontrato dopo il suo insediamento e gli abbiamo posto alcune domande…

  • INAIL
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“Strade & Autostrade”: “Cos’è l’INAIL e di cosa si occupa?”.

“Franco Bettoni”: “Mi faccia dire innanzitutto quanto mi senta onorato di ricoprire la carica di Presidente dell’INAIL. Sono consapevole della grande responsabilità che comporta guidare un Ente che è un punto di riferimento delle politiche di prevenzione, ricerca, riabilitazione, reinserimento e tutela delle vittime del lavoro.

L’INAIL è l’Ente che gestisce oggi l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali per circa 21 milioni di lavoratori. Mi piace definirlo un Ente a forte vocazione solidaristica, garante del diritto del lavoratore alla salute e sicurezza, in tutti i suoi aspetti, dalla prevenzione alla tutela risarcitoria e al reinserimento sociale e lavorativo dopo l’infortunio o la malattia professionale.

Fiore all’occhiello dell’INAIL per la riabilitazione e all’assistenza protesica è il Centro di Vigorso di Budrio (BO). La struttura, da circa quaranta anni, mette a disposizione degli Assicurati INAIL e non solo presidi ortopedici, ausili e assistenza per un ottimale recupero psicologico e sociale. Con l’integrazione dell’ex-Ispesl, l’Ente ha esteso le sue funzioni di ricerca dall’ambito protesico allo sviluppo di progetti in materia di prevenzione e sicurezza.

Negli ultimi anni INAIL ha anche messo in campo nuove misure per il reinserimento professionale delle persone con disabilità da lavoro, finanziando progetti personalizzati di abbattimento delle barriere architettoniche e adattamento delle postazioni di lavoro e di formazione, per consentire ai lavoratori infortunati di conservare il proprio posto di lavoro o di inserirsi in una nuova occupazione.

Importante è il ruolo che l’Istituto svolge in materia di prevenzione, attraverso le attività di informazione, consulenza e assistenza alle Imprese, e di promozione della cultura della salute e sicurezza sul lavoro, anche tramite Campagne di comunicazione, progetti di formazione, azioni di sensibilizzazione rivolte alle giovani generazioni attraverso le scuole.

INAIL inoltre sostiene economicamente le Aziende, e in particolare le micro, piccole e medie Imprese, con Bandi di finanziamento per investimenti per il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza degli ambienti di lavoro.

Negli ultimi dieci anni sono stati destinati a questo fine più di 2 miliardi e 400 milioni di Euro, finanziando circa 32.000 progetti. Si tratta di tanti interventi, ma pur sempre una goccia di fronte alle esigenze del tessuto produttivo italiano.

In generale, in questi anni sono stati fatti grandi passi avanti nell’azione di contrasto agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali; adesso occorre rafforzare il percorso avviato insistendo sempre più sulle leve della formazione e della promozione della cultura della sicurezza sul lavoro attraverso le azioni di informazione e di sensibilizzazione, anche coinvolgendo agenti di cambiamento che possono venire dalla società civile.

Occorre, inoltre, far passare il messaggio che la prevenzione non è un costo per le Aziende ma un investimento, che ritorna anche in termini di produttività oltre che di benessere organizzativo”.

  • Sicurezza sul lavoro
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“S&A”: “Lei è stato Presidente dell’Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi) e della Fand (Federazione tra le Associazioni nazionali delle persone con disabilità): quanta importanza possono/potranno avere queste esperienze nello svolgimento del suo nuovo incarico?”.

“Franco Bettoni”: “Direi determinante: sono diventato “assistito” INAIL quando avevo appena 15 anni a seguito di un grave infortunio sul lavoro, e sempre dopo l’incidente sono entrato a far parte dell’Anmil.

Questo mi ha consentito, da una parte, di avere un rapporto costante con l’Istituto, osservando da una prospettiva più diretta l’evoluzione della sua fisionomia e del suo ruolo, dall’altra di sviluppare un confronto quotidiano con i moltissimi infortunati con cui nel tempo sono venuto a contatto.

Rivestire la carica di Presidente dell’Anmil per due mandati consecutivi e di Presidente della Fand per uno mi ha poi dato modo di conoscere e di approfondire le molte criticità connesse alla condizione di chi vive una disabilità, che può derivare non solo da un incidente sul lavoro o da una malattia professionale, ma che magari si ha fin dalla nascita (pensiamo alla cecità, alla sordità, o ad una qualsiasi menomazione fisica e/o psichica).

L’esperienza nella Fand mi ha dunque dato la possibilità di allargare lo sguardo e vedere il mondo della disabilità nel suo complesso, entrando in contatto con realtà e persone che, molto spesso, vivono questa condizione da sempre.

Questo mio piccolo patrimonio di esperienze e di confronto diretto con le persone è ciò che mi ha permesso di costruire nel tempo una mia personale visione del rapporto fra INAIL e assicurato da un lato e fra INAIL e Imprese dall’altro, dove l’infortunato deve essere sempre messo al centro al fine di garantire il miglior recupero possibile ai fini di un efficace reinserimento sociale e lavorativo”.

“S&A”: “Qual è la situazione degli infortuni sul lavoro in Italia? Esiste un divario con gli altri Paesi europei?”.

“Franco Bettoni”: “Il dramma degli incidenti sul lavoro nel nostro Paese è un fenomeno che continua a preoccupare le agende governative, nonostante l’impegno profuso da tutti i soggetti istituzionali chiamati alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.

Gli ultimi dati relativi alle denunce di infortunio per i primi dieci mesi del 2019 indicano in oltre 530.000 gli incidenti accaduti in Italia, sostanzialmente stabili rispetto allo stesso periodo del 2018, con un lieve calo di quelli mortali. L’andamento del 2018, contenuto nell’ultima relazione annuale e illustrata alla Camera nel Giugno 2019, presenta oltre 645.000 denunce di infortunio sul lavoro, con un lieve calo rispetto al 2017.

Poco più di 409.000 invece, sempre nel 2018 gli infortuni sul lavoro riconosciuti – a seguito dell’istruttoria INAIL – di cui circa il 19% fuori dall’Azienda, cioè con mezzo di trasporto o in itinere. Le denunce di infortunio mortale nel 2018 sono aumentate di circa il 6%.

Il raffronto con gli altri Paesi europei è piuttosto complesso poiché le modalità di rilevamento e rappresentazione dei dati non sono omogenee. Eurostat, l’Organismo europeo che elabora le statistiche per gli Stati membri raccomanda di non utilizzare i dati assoluti per i confronti tra Paesi.

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In questo caso risulterebbero penalizzati quei Paesi che, come l’Italia, avendo un sistema assicurativo specifico e archivi statistici completi e strutturati, sono in grado di trasmettere a Eurostat dati esaustivi sugli infortuni sul lavoro.

L’Organismo europeo per esempio non differenzia gli infortuni con meno di tre giorni di prognosi o quelli avvenuti nel tragitto casa lavoro e viceversa. Il confronto quindi è possibile solo considerando il rapporto tra il numero degli incidenti sul lavoro e il numero degli occupati.

Con tali avvertenze il nostro Paese ha fatto registrare, nel 2017, valori significativamente più bassi rispetto a Francia e Spagna ma non della Germania. Per i casi mortali, la metodologia Eurostat esclude oltre agli infortuni in itinere anche quelli dovuti a incidenti stradali e a bordo di qualsiasi mezzo di trasporto nel corso del lavoro”.

“S&A”: “Quali potrebbero essere le principali misure da adottare per contrastare le malattie professionali e gli infortuni sul lavoro?”.

“Franco Bettoni”: “La gravità del fenomeno degli infortuni sul lavoro è sotto i nostri occhi, ogni giorno. Le azioni di contrasto non possono prescindere dalla convinzione che bisogna insistere sulla sicurezza negli ambienti lavorativi.

Il rispetto delle norme è un principio dal quale non si può derogare mai ed è necessario che tutti i soggetti in campo, dalle Istituzioni alle parti sociali con Governo, Regioni, INAIL, Ispettorato del Lavoro, INPS agiscano affinché la sicurezza non venga vista come un accessorio all’attività lavorativa ma un investimento sulla vita. Appare obbligato l’avvio di un dialogo costruttivo per arrivare a proposte condivise e affrontare l’emergenza degli infortuni sul lavoro, aggiornando ulteriormente le norme contenute nel Testo Unico sulla sicurezza.

Recentemente è stato costituito un tavolo di confronto con i Ministeri del Lavoro e della Salute, dei rappresentanti della Conferenza Stato Regioni, dell’INAIL, dell’INL, dell’INPS e delle parti sociali.

A distanza di anni, è necessario aggiornare l’apparato normativo sulla materia sicurezza sul lavoro cercando di rispondere alle esigenze più urgenti soprattutto nell’ambito della prevenzione e della formazione rivolta a lavoratori e Imprenditori.

Le misure all’attenzione del Governo e delle Parti Sociali prevedono un sistema di sanzioni e incentivi, un maggiore controllo sulle attività dei cantieri e un intervento efficace sul sistema degli appalti.

Si sta discutendo, tra l’altro, anche della introduzione della cosiddetta “patente a punti”, un sistema premiante per le Aziende virtuose. Personalmente sono convinto che le attività di prevenzione vanno diffuse sempre capillarmente verso l’opinione pubblica coinvolgendo sempre di più la società civile quale agente di cambiamento dell’approccio culturale al tema”.

“S&A”: “Per quanto riguarda gli infortuni sui tragitti casa-lavoro, le principali cause di incidentalità sono riconducibili – oltre che alla distrazione – alla velocità e al non rispetto della segnaletica, peraltro talora inadeguata. Cosa potrebbe essere fatto in merito dal suo punto di vista?”.

“Franco Bettoni”: “Da anni più della metà delle vittime registrate da INAIL è causata da incidenti stradali con il coinvolgimento di mezzi di trasporto. Sono incidenti che si verificano per lo più durante il tragitto da e per la propria abitazione, ma che interessano anche i conducenti di taxi, camionisti o lavoratori di cantieri stradali.

Il rischio strada quando non causa vittime fa registrare un alto grado di inabilità, in media maggiore del 40% rispetto alle altre tipologie di infortunio. Per tutelare i lavoratori e sviluppare un’incisiva cultura della prevenzione per la riduzione sistematica degli incidenti stradali in itinere e sul lavoro che riguarda anche i conducenti professionali, l’INAIL ha firmato un protocollo d’intesa con il Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica sicurezza – Polizia di Stato, replicato nei suoi obiettivi sul territorio.

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L’accordo prevede interventi di formazione e informazione oltre che di sensibilizzazione per favorire attività di prevenzione del fenomeno degli incidenti stradali connessi all’attività lavorativa.

INAIL però ha acceso un faro anche per i cittadini che viaggiano per altri motivi, non solo di lavoro. Nel 2020 probabilmente, insieme a tutte le Istituzioni interessate, saranno avviate iniziative per promuovere comportamenti adeguati e sicuri per la guida di veicoli su strada, come non assumere alcool o sostanze stupefacenti, fare attenzione all’uso degli smartphone, usare correttamente le cinture di sicurezza, mantenere la concentrazione in ogni circostanza, massima cura alla corretta manutenzione dei veicoli”.

“S&A”: “In una recente intervista all’On. Donina (si veda “S&A” n° 138 Novembre/Dicembre 2019 a pag. 209 e su https://www.stradeeautostrade.it/incontri-e-interviste/la-sicurezza-nei-cantieri-stradali-un-diritto-irrinunciabile/) si rifletteva sul fatto che, quando si percorre un tratto di strada interessato da cantieri, si sia in effetti in un ambiente di lavoro, in quanto è il luogo in cui le Maestranze che lavorano in strada svolgono la loro attività, ambiente che negli ultimi tempi è stato funestato da assurdi incidenti. Quali potrebbero essere le misure volte a tutelare maggiormente questi lavoratori?”.

“Franco Bettoni”: “Si tratta di un fenomeno assolutamente non trascurabile con un paio di migliaia di casi denunciati ogni anno dei quali una decina con esito mortale. L’investimento da parte dei mezzi in transito causa un centinaio di casi ogni anno dei quali quattro su cinque con esito fatale.

La situazione è stata presa in esame dal Ministero del lavoro che con il D.M. 22/01/2019 ha individuato le procedure per le fasi di apposizione e rimozione della segnaletica di cantiere che costituiscono una condizione lavorativa ad alto rischio.

Le procedure devono essere realizzate in base a ben determinati criteri che prendono in considerazione non solo le caratteristiche tecniche, come corsie, curve, larghezza della carreggiata, ma anche il volume di traffico e proprio la frequenza di sinistri, introducendo, rispetto al precedente Decreto, anche la possibilità di utilizzare tecnologie innovative.

Nel Decreto sono di rilievo anche gli obblighi di formazione dei lavoratori – differenziata in funzione della tipologia di strada su cui si deve operare – addetti alla posa della segnaletica con l’ampliamento, rispetto al passato, delle ore di aggiornamento”.

“S&A”: “Lo sviluppo dei veicoli a guida autonoma e assistita (C-ITS – Cooperative Intelligent Transport Systems) cambierà in un prossimo futuro il panorama delle nostre strade. In che percentuale ritiene possano incidere nella riduzione degli incidenti le nuove Norme utili a una maggiore diffusione di queste tipologie di veicoli?”.

“Franco Bettoni”: “Ritengo che INAIL non possa essere contrario all’innovazione anche perché questa avverrà comunque, ma sarà importante definire le regole che i veicoli a guida autonoma dovranno seguire.

La problematica peraltro è ben più estesa rispetto alle attività lavorative e investe la sicurezza di tutta la circolazione stradale. L’impegno dell’INAIL non è in discussione ma non possiamo ritenerci i soggetti principali nella revisione delle regole della circolazione stradale, cioè del Codice della Strada”.

Curriculum Vitae di Franco Bettoni

Franco Bettoni è nato a Seriate (BG) il 22 Giugno 1961. Nel 1976 ha subito un grave infortunio sul lavoro riconosciuto dall’INAIL. È stato nominato Presidente dell’INAIL a luglio 2019, e, nel mese di Ottobre 2019, gli sono stati conferiti i poteri degli Organi politicoamministrativi di vertice dell’Istituto.

Dal 1980 è iscritto all’Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro – Onlus) dove, tra i numerosi incarichi ricoperti presso gli Organi centrali e periferici, è stato: Presidente nazionale dal 2008 al 2019; Responsabile IRFA (Istituto di Formazione e Riabilitazione dell’Anmil) dal 2007 al 2008.

  • Franco Bettoni
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    5. Franco Bettoni, Presidente di INAIL

In rappresentanza dell’Anmil è stato componente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’INAIL dal 2008 al 2017. È stato alla guida di importanti Organismi del “terzo settore”, in particolare della Federazione tra le Associazioni nazionali di tutela dei disabili: in qualità di Presidente Fand Lombardia (dal 2005 al 2009), di Vice Presidente nazionale (dal 2011 al 2014) e Presidente nazionale (dal 2014 al 2019).

In questo ambito ha svolto altre esperienze professionali come Componente Comitato Provinciale di Bergamo per l’abbattimento delle barriere architettoniche (2008-2009), Componente Sottocomitato Disabili Provincia di Bergamo Legge 68/99 (2005-2019) e componente commissione provinciale Asl ex art. 27 Legge 626/94 – Tavolo della prefettura sui temi inerenti gli infortuni sul lavoro (dal 2001 al 2009).

Impiegato presso Intesa San Paolo (1983-2008), ha ricoperto l’incarico di Dirigente Sindacale Fabi (Federazione autonoma bancari italiana componente dipartimento previdenza) dal 1995 al 2007.

Diverse le esperienze di amministrazione negli Enti territoriali, anche nel settore della gestione immobiliare: Consigliere Comunale di Tavernola Bergamasca (1985-1995), componente della Giunta comunale con delega al bilancio/servizi sociali (1985-1990) e con delega al bilancio/personale (1990-1994); Consigliere Comunità montana Alto Sebino (2008-2009); Consigliere Comunale di Pianico (2008-2013).

Inoltre, dal 2003 al 2008 è stato componente Commissione regionale politiche del lavoro della regione Lombardia e dal 2005 al 2019 componente Commissione provinciale politiche del lavoro della provincia di Bergamo.

Ha ricoperto il ruolo di Consigliere di Amministrazione Aler Bergamo, Azienda lombarda edilizia residenziale (2009-2013) e Presidente Aler Lodi e Pavia (2013-2018).

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