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La nuova Via della Seta – seconda parte

Per concretizzare gli obiettivi del Paese, secondo la Cina lo strumento migliore è quello di realizzare una cintura economica che ripercorra le tracce della Via della Seta, comprendendo quindi anche l’Europa quale terminale occidentale

La nuova Via della Seta - seconda parte

L’importante forza economica delle regioni costiere, compresi Hong Kong e Taiwan, dovrà essere sfruttata per la creazione dell’area chiave che funge da terminale orientale della Via della Seta Marittima.

Il vantaggio delle regioni interne riguarda soprattutto la disponibilità di territorio, la forte base industriale e la disponibilità di risorse umane. Da qui partirà anche il collegamento ferroviario commerciale tra Cina e Europa.

La prima mappa ufficiale della Nuova Via della Seta è stata pubblicata nel 2013 dall’Agenzia stampa ufficiale Xinhua e l’ultimo aggiornamento risale invece al Dicembre del 2016. Analizzando le differenze principali tra le due versioni, si possono notare tre novità importanti:

  • la descrizione molto più dettagliata dei Corridoi economici terrestri;
  • l’abbandono del porto di Venezia quale terminale occidentale della Via della Seta Marittima e, più in generale, di ogni approdo sulle coste della penisola italiana;
  • la Via della Seta Marittima non raggiunge più un porto in particolare ma prosegue in direzione dell’Oceano Atlantico, così come a Est si aprono rotte marittime verso l’Artico e l’Australia.

Nonostante la maggiore specificazione dei percorsi terrestri e dei porti asiatici, africani ed europei toccati, le aperture non ancora definite a Est e a Ovest confermano la natura ancora aperta del progetto, che evolve seguendo gli accordi politici e non preclude nuovi sviluppi.

A riprova della flessibilità del BRI, si può intuire il rinato interesse cinese verso i porti italiani, manifestato nelle trattative per il “Memorandum of understanding” per l’adesione dell’Italia all’iniziativa.

Vengono citati i porti di Ravenna, Trieste e soprattutto Venezia. Il nome della città di Marco Polo affascina ancora i cinesi: la presenza dell’Italia nella “Yi Dai Yi Lu” (Una Cintura, una Via) conferirebbe al progetto il vanto di poter annoverare tra i suoi firmatari un Paese del G7.