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La messa in sicurezza dei ponti italiani

La sostituzione degli impalcati ammalorati dei ponti esistenti in Italia con nuovi in carpenteria metallica

La messa in sicurezza dei ponti italiani

Il crollo del viadotto Polcevera a Genova e la sua recente ricostruzione (si veda “Strade & Autostrade” n° 141 Maggio/Giugno 2020 a pag. 38 con https://www.stradeeautostrade.it/ponti-e-viadotti/la-modellazione-della-sequenza-di-costruzione-del-polcevera-prima-parte/ e a pag. 46 con https://www.stradeeautostrade.it/ponti-e-viadotti/la-rinascita-di-genova/ e n° 142 Luglio/Agosto 2020 a pag. 46 con https://www.stradeeautostrade.it/ponti-e-viadotti/la-modellazione-della-sequenza-di-costruzione-del-polcevera-seconda-parte/) sono due accadimenti che hanno rafforzato un dibattito profondo e serio sulle condizioni delle infrastrutture in Italia e la loro sicurezza, mobilitando le Autorità e i relativi Ministeri, i Professionisti e l’opinione pubblica in generale.

In primis, si è preso atto dello stato di degrado in cui versano numerosi ponti e viadotti sul territorio nazionale e della vetusta età di questi, così come della mancanza di un sistema di gestione del rischio delle infrastrutture uniforme sull’intero territorio nazionale.

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1. L’impalcato ammalorato del ponte Fiumarella a Pellaro (RC)

Le prime azioni governative e dirigenziali hanno portato all’esecuzione immediata di una serie di visite ispettive straordinarie delle infrastrutture stradali e dell’analisi dello stato manutentivo.

Da sottolineare che la competenza delle infrastrutture stradali ricade su diversi soggetti (Comuni, Province, Regioni, ANAS e Società Concessionarie): diviene pertanto fondamentale trovare adeguati e unificati criteri di monitoraggio manutentivo.

A questo proposito, con il compito di unificare le modalità di classificazione, la valutazione della sicurezza e il monitoraggio dei ponti esistenti dall’Assemblea Generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici sono state recentemente approvate le “Linee guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza e il monitoraggio dei ponti esistenti”.

Il censimento mancante

Non esiste un censimento dei ponti in Italia, ma il numero si aggira intorno alle 250.000 unità e l’80% di questi sono stati costruiti entro il secondo Dopoguerra.

Il 50% dei ponti italiani sono in calcestruzzo con uno stato di ammaloramento piuttosto consistente dovuto a cause che possono essere di natura ambientale, di non idonea esecuzione e di insufficiente manutenzione.

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2. L’impalcato in carpenteria metallica del viadotto Serra Cazzola (sulla S.S. 640) a Canicattì (AG)

Il calcestruzzo può essere interessato da un processo di ammaloramento più o meno diffuso, con fenomeni di degrado tali da innescare la corrosione nelle armature e il venir meno della loro sicurezza.

La richiesta di trasporti capillari sarà sempre in aumento e, in un breve futuro, sarà fondamentale intervenire in modo corretto e consapevole sui ponti esistenti e procedere con la loro manutenzione.

Demolire interamente i viadotti esistenti e sostituirli con strutture nuove, come nel caso del ponte di Genova, si tradurrebbe in operazioni onerose e di grande impatto ambientale: diviene pertanto fondamentale percorrere altre opzioni per la messa in sicurezza dei ponti, con soluzioni che contemplino anche il miglioramento sismico dell’infrastruttura nel suo complesso.

Sostituire gli impalcati esistenti con nuovi in carpenteria metallica comporterebbe una significativa riduzione dei carichi con la possibilità di mantenere e ripristinare le pile e le spalle esistenti e il nuovo sistema strutturale risulterebbe sempre minore di quello esistente in c.a.p. o calcestruzzo; per ponti che superano i corsi d’acqua, permetterebbe inoltre di alzare il franco navigabile.

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3. Gli impalcati in acciaio del viadotto del Ranco a Valfabbrica (PG), sul Quadrilatero Marche-Umbria, rappresentano un limpido esempio di efficienza e maestria

Inoltre, la sostituzione di opere esistenti in calcestruzzo o c.a.p. con nuovi elementi in carpenteria metallica conferisce un migliore comportamento del ponte o viadotto di fronte alle azioni sismiche, trasferendo minori sollecitazioni alle sottostrutture, data la minore massa degli elementi in acciaio.

La leggerezza propria della soluzione in acciaio e l’importante riduzione dei carichi rafforza la soluzione progettuale di mantenere e ripristinare le pile e le spalle esistenti e procedere con la sola sostituzione degli impalcati con quelli nuovi in carpenteria metallica.

La varietà di sistemi strutturali in carpenteria metallica, per la sostituzione di campate esistenti semplicemente appoggiate, è molto ampia: bi-trave e multi-trave con profili laminati o saldati, travi a cassone o trave reticolare con profili aperti o chiusi e qualunque sia il sistema scelto, la struttura può sempre essere prefabbricata in officina con marcatura CE; un’officina media processa circa 1.000 t al mese dall’approvvigionamento delle materie prime.

Un grande aiuto allo sviluppo del nostro Paese sarebbe proprio quello di tenere conto dei prodotti e delle tecnologie in acciaio che permettono una celere messa in sicurezza dei ponti italiani.

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4. La passerella ciclopedonale Nomi sul fiume Adige, nel tratto Nomi-Calliano, favorisce e incentiva l’uso della bicicletta

In Italia vi è un’ampia disponibilità di materiale nazionale e grazie alle sue qualità l’acciaio rappresenta una delle principali risorse che abbiamo a disposizione per avviare il rilancio organico delle infrastrutture, che devono garantire un’offerta di strutture e servizi, sicuri e coerenti con le esigenze degli utenti e con le nuove tecnologie del mondo della produzione, assicurando durabilità e valenza estetica, in una realtà, come l’attuale, dove la mobilità costituisce un volano per l’intera economia.

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