Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Posted in:

L’applicazione di uno specifico geocomposito per la manutenzione stradale

Un caso studio inerente lo sviluppo di nuovi materiali che consentono di incrementare l’efficacia degli interventi di ripristino facilitando le procedure operative

L’applicazione di uno specifico geocomposito per la manutenzione stradale

Osservando inoltre la forma del dissesto è possibile riscontrare una perfetta analogia di conformazione tra ciò che era visibile in superficie e ciò che era presente alla base dello strato di usura. La fessurazione residua si traduce quindi in discontinuità critiche lineari che rappresentano microspazi di non appoggio per lo stato sovrastante.

Qui si concentrano le tensioni indotte dal passaggio dei veicoli, provocando il rapido innesco della fessura al quale segue la propagazione della stessa in superficie. Tale processo è ovviamente tanto più veloce quanto più si riduce la sezione resistente e quanto più è sottile lo strato di ricopertura.

Pertanto, se si vuole evitare la rimozione dell’intero pacchetto in conglomerato bituminoso fessurato, è fondamentale interporre una barriera che ostacoli l’innesco e la risalita delle fessure. Come precedentemente descritto, nella sezione con più alta severità di ammaloramento, è stato spruzzato un velo di emulsione bituminosa C55B3 per la mano d’attacco.

Successivamente, sono stati stesi i rotoli del geocomposito poggiando sulla superficie la faccia inferiore protetta con film siliconato, il quale è stato asportato dopo la posa. In tale maniera, la faccia con velo antiaderente restava sul lato superiore insieme alla fascia di sormonto laterale. Le sovrapposizioni longitudinali sono state di circa 10 cm.

Le riprese trasversali sono state realizzate sovrapponendo di circa 15 cm due tratti successivi di geocomposito. In particolare, proseguendo nel senso di marcia della vibrofinitrice, il lembo finale del primo tratto di geocomposito doveva sormontare l’inizio del secondo tratto per evitare il trascinamento e l’apertura delle sovrapposizioni trasversali durante l’avanzamento dei mezzi d’opera.

Per completare l’applicazione fino al bordo fresato, il geocomposito è stato tagliato a misura direttamente in sito tramite un semplice taglierino. Sulla fascia laterale aderente dell’ultimo tratto, per il quale non si prevedeva alcun sormonto, è stata distribuita a mano della sabbia per evitare che i mezzi vi aderissero.

Le strisciate sono state ulteriormente fissate al piano di posa con due passaggi di rullo tandem per garantire un maggior ancoraggio del geocomposito alla superficie fresata. La vibrofinitrice è stata posizionata ad inizio sezione, mentre è stato fatto avvicinare il camion con il carico di conglomerato bituminoso caldo (circa 160 °C) in retromarcia.

Seppur il camion abbia transitato direttamente sul geocomposito non si sono verificati spostamenti o distacchi del prodotto. Dalle carote estratte a seguito dei lavori è stato possibile confermare le prestazioni meccaniche attese per le zone dove è stato applicato il geocomposito.

Dall’osservazione delle carote, dei risultati e delle modalità di rottura si può affermare che il geocomposito tende a seguire fedelmente anche l’andamento irregolare di una superficie i posa prodotta dalla macchina fresatrice.