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Metro di Copenhagen: la stazione Nørrebros Runddel

Applicazione del concetto di robustezza al progetto strutturale

Metro di Copenhagen: la stazione Nørrebros Runddel

Per situazioni eccezionali, il progetto deve dimostrare la robustezza della costruzione mediante procedure di scenari di danno per i quali i fattori parziali γM sui materiali possono essere assunti pari all’unità.

La nozione di robustezza viene discussa con maggiore dettaglio negli Eurocodici EN1990 (anche se non viene definita esplicitamente), EN1991-1-7 e, in particolare, nell’Annesso Nazionale Danese e nell’appendice E al documento EN 1990 (“Regole addizionali per la verifica di robustezza”), dove sono indicate regole aggiuntive da applicare alla progettazione delle strutture robuste.

Secondo tale documento una struttura si può definire robusta se soddisfa almeno una delle seguenti condizioni:

  • le porzioni della struttura che sono determinanti per la sicurezza complessiva dell’opera sono poco sensibili a effetti imprevisti, per cui l’opera non è stata progettata, a difetti e a rischi non identificati al momento della progettazione;
  • non si verifica un collasso generalizzato della struttura nel caso di rotture in porzioni limitate della stessa.

Possibili effetti e difetti imprevisti nella struttura sono:

  • effetti inattesi dovuti alle azioni;
  • discrepanze impreviste tra il reale comportamento della struttura e il modello utilizzato per la progettazione;
  • difformità non previste tra il progetto redatto e quello effettivamente realizzato;
  • imperfezioni geometriche non volute;
  • cedimenti imprevisti;
  • degrado imprevisto.

Due importanti aspetti, citati sia nelle NTC sia, principalmente, negli Eurocodici, sono utili alla definizione del concetto e del significato del concetto di robustezza:

  • collasso “sproporzionato”;
  • collasso “progressivo”.

Un collasso “sproporzionato” può essere definito come una condizione in cui il danno finale prodotto da un’azione e quindi le conseguenze dell’azione iniziale sono molto maggiori, quindi sproporzionate, rispetto alla causa iniziale che l’ha originato. Un collasso “progressivo” è tale se si sviluppa con le modalità di un “effetto domino” e porta, generalmente, al collasso “sproporzionato” della struttura, come definito in precedenza.