In un precedente articolo (si veda “S&A” n° 128 Marzo/Aprile 2018 e https://www.stradeeautostrade.it/gallerie-e-tunnelling/la-costruzione-del-fehmarnbelt-fixed-link/) si è illustrato il metodo costruttivo che sarà adottato per la realizzazione del tunnel multimodale del Fehmarnbelt, la galleria immersa di 18,2 km che collegherà l’isola tedesca di Fehmarn con quella danese di Lolland.
La storia narra che Re Harald I Blåtand di Danimarca dovesse il suo soprannome (Blåtand, denti azzurri) alla sua passione per i mirtilli o, forse, all’usanza di colorarsi i denti in battaglia, ma quel che è certo è che riuscì a unire i diversi popoli della penisola scandinava tramite la politica e la religione.
Questa sua capacità fu ricordata alla fine del secolo scorso, quando venne creato un Protocollo – capace di unire e mettere in comunicazione dispositivi diversi – al quale venne dato il suo soprannome (in inglese): Bluetooth, il cui logo è tra l’altro formato dalle sovrapposizione delle rune nordiche delle sue iniziali (HB).
A un millennio di distanza, Femern A/S sta di fatto proseguendo l’operato di Re Harald “Bluetooth”: la nuova sfida è di unire la Danimarca – e tramite l’Øresund link, la Penisola scandinava – alla Germania con una galleria immersa nel Fehmarhbelt, con un progetto che veda d’accordo Danesi e Tedeschi e affinando i Protocolli per la comunicazione sia tra i centri di controllo e i servizi di emergenza sia tra questi ultimi e le Autorità competenti.
In virtù del Trattato firmato nel 2008 tra Germania e Danimarca, il progetto del Fehmarnbelt tunnel è stato basato sugli standard danesi, e quindi sugli Eurocodici.