Un’opera che in primo luogo consente di mettere in collegamento gran parte dei cittadini, con una funzione sociale notevole, ci avvicina molto agli standard europei divenendo eccellenza italiana e realizzando un grande museo obbligatorio già oggi riconosciuto per bellezza assoluta che presto si arricchirà anche di aree archeologiche visitabili tra le più belle al mondo.
In qualche modo abbiamo di fronte a noi un’opera che rispecchia le caratteristiche indicate nel trattato “De architectura” di Vitruvio: “Tutte le costruzioni devono avere requisiti di solidità, utilità e bellezza. Avranno solidità quando le fondamenta, costruite con materiali scelti con cura e senza avarizia, poggeranno profondamente e saldamente sul terreno sottostante; utilità, quando la distribuzione dello spazio interno di ciascun edificio di qualsiasi genere sarà corretta e pratica all’uso; bellezza, infine quando l’aspetto dell’opera sarà piacevole per l’armoniosa proporzione delle parti che si ottiene con l’avveduto calcolo delle simmetrie”.
I prossimi due anni saranno fondamentali per restituire alla città stazioni nuove che miglioreranno la vita dei Napoletani e dei tanti turisti che oggi affollano la nostra metro. Un sistema di trasporto che è importante anche perché crea tanto lavoro diretto e indiretto con circa millecinquecento persone impegnate; mette in contatto i vari quartieri di Napoli per unire il centro alla periferia, con un grande valore dunque anche sociale. Un valore che nella nostra Metropolitana è arricchito da quello culturale, appunto, con il Museo obbligatorio dell’arte contemporanea dove si incontrano opere di Mario Merz, di Luigi Ontani, di Perino&Vele, per citarne solo alcune. Un’importanza culturale che le tante meraviglie archeologiche dall’epoca imperiale in poi nei prossimi anni si potranno vedere nell’area sottostante Municipio ma anche nella stazione Duomo e non solo.