“S&A”: “Quali sono le difficoltà principali che avete dovuto superare nella fase di demolizione e contemporanea realizzazione delle opere di fondazione per le nuove pile in uno spazio così ristretto?”.
“RC”: “Il progetto ispirato all’idea di Renzo Piano prevede un numero di fondazioni superiore a quello preesistente. Si sono dovute costruire 18 stazioni di fondazione che vanno dagli otto ai 16 pali, tutti di grande diametro e con una lunghezza che arriva anche ai 50 m: questo perché siamo in un ambiente fluviale, con presenza di sedimenti e i pali vanno a intestarsi nell’affioramento roccioso che in alcuni punti si trova a profondità considerevoli.
Ad oggi sono stati realizzati oltre 10 km di pali e questa operazione è da considerarsi in fase molto avanzata: c’è ancora una parte di lavoro da compiere a Levante, dove non è stato possibile partire subito per le ragioni sopra citate. Il nostro ruolo prevedeva anche un aspetto di coordinamento tra due ATI di composizione diversa che si sono occupate rispettivamente della fase di demolizione e di quella di nuova costruzione”.
“S&A”: “Per la fase di rebuilding a fine Settembre è stato appoggiato il primo impalcato metallico sulle pile: come procedono i lavori? Ritenete che il vostro cronoprogramma potrà essere rispettato?”.
“RC”: “Noi facciamo una riunione di coordinamento complessiva tutte le settimane. Ad oggi il nostro planning conferma la data di conclusione delle operazioni per la tarda primavera. Il margine di incertezza è dovuto anche alle condizioni meteorologiche.
Abbiamo perso qualche giorno per questioni atmosferiche, più a causa del vento che della pioggia, come è tipico della Val Polcevera, ma abbiamo recuperato. Ci impegniamo al massimo per rispettare i tempi: questo progetto ha un cliente molto attento, che è Genova, e ogni giorno di ritardo rappresenta un costo per la città e il suo tessuto economico, incluso il porto”.