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Punto di Vista: “Per le infrastrutture (auto)stradali: attenti al tracciato!”

Roberto Busi

Mi è stato insegnato, già negli studi di Ingegneria Civile nel Politecnico di Milano, l’imprescindibile necessità di porre elevata attenzione alla progettazione del tracciato stradale – e, massimamente, di quello autostradale – in primis se si opera alla scala territoriale.

Ciò in quanto il relativo disegno, nello sposarsi all’orografia, deve essere al massimo fluido e sciolto, assolutamente evitando cioè – pure sulle lunghe distanze – quelle discontinuità, anche solo consistenti in biforcazioni, per necessità di transito del veicolo su segmenti di diversa assialità che il guidatore non può che avvertire come turbativa nella naturalezza del viaggio.

Insomma: il tracciato deve consentire di muoversi “come spontaneamente” sull’asse viario. Ed è quanto io stesso, da sempre e senza dubbi, ho insegnato (e, professionalmente, praticato). Ma questo messaggio pare ai tempi nostri – in esempi anche eclatanti – talora caduto nel vuoto. Esaminiamo, ad esempio, il caso della BreBeMi.

Soprassedendo qui sul collegamento con Brescia, soffermiamoci su quello con Milano. Ebbene… la linearità di questa (presunta) direttissima impatta ortogonalmente sulla Tangenziale Est Esterna, per poi proseguire ad Ovest in plurimi rivoli che, con storie diverse, si infrangono nei quartieri Est e Sud-Est di Milano, alcuni direttamente e altri a seguito di vicissitudini con la Tangenziale Est. E i collegamenti con la storica MI-BG-BS – onde drenarvi l’intenso traffico – sono… tutt’altro che “fluidi e sciolti”. Quartieri Est e Sud-Est di Milano che così risultano i soli serviti dal capolinea Ovest della BreBeMi.

La storica MI-BG-BS: quella sì che, quasi 100 anni fa, fu mirabilmente disegnata raccordandola con la MI-TO e con la “Laghi”. Cosicché, “come spontaneamente”, da allora è stato possibile percorrere l’insieme dei relativi tracciati dovutamente interconnessi, tanto che a oggi chi proviene da Torino o da Malpensa è indotto a proseguire verso Venezia lungo la storica MI-BG-BS piuttosto che sulla BreBeMi, malgrado il maggiore percorso (al netto dei raccordi).

Ma quelli erano altri tempi: il territorio era libero da urbanizzazioni! Allora tutto era più facile! Il che è certo vero. Ma si sarebbe potuto rendersi conto delle difficoltà di fare… bene! Per non fare. O – se fare – non meravigliarsi dello scarso traffico.