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Il Punto di Vista: “Sicurezza delle infrastrutture viarie: un problema solo strutturale?”

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La salvaguardia dell’ambiente è sempre più un tema centrale ai fini dello sviluppo sostenibile e dell’adattamento ai cambiamenti climatici, tenendo conto anche dell’impatto di questi ultimi sulla frequenza e l’intensità dei fenomeni di dissesto idraulico e idrogeologico.

Il nostro Paese ha sicuramente qualche gap da colmare, come dimostrano anche le 17 procedure di infrazione dell’Unione Europea a nostro carico per violazione di Norme ambientali.

Le questioni ambientali si riverberano in modo diretto anche sulle infrastrutture viarie e sulla loro sicurezza, conosciute dagli addetti ai lavori, ma che hanno conquistato un’attenzione mediatica solo in seguito al crollo del viadotto Polcevera a Genova.

Quell’evento, unico nella sua tragicit ma tutt’altro che isolato nel Paese, ha evidenziato l’urgenza di adottare un piano nazionale straordinario di manutenzione, messa in sicurezza e controllo del territorio e delle reti infrastrutturali, molte delle quali costruite tra gli anni Cinquanta e Settanta, in base a Normative tecniche non adeguate agli utilizzi e ai carichi di esercizio attuali.

Sono carenti inoltre dal punto di vista della sicurezza geologica e sismica, perché il contributo di queste discipline non era contemplato dalle allora vigenti Normative, motivo per il quale noi Geologi ribadiamo l’importanza di attuare una seria politica di prevenzione dai rischi, finalizzata alla sicurezza e alla pubblica incolumità dei cittadini, necessità che trova riscontro anche dalla mappa del dissesto idrogeologico in Italia.

Circa il 91% dei comuni italiani a rischio, circa 7 milioni di persone che vivono nei territori a rischio, in aree a pericolosità da frana o a pericolosità idraulica, dove spesso il rischio è dovuto proprio alla presenza della rete stradale principale e secondaria.

Si stima, difatti, che circa il 90% delle problematiche legate alle infrastrutture viarie italiane siano determinate non da fattori strutturali, bensì da criticità idrauliche e idrogeologiche, come nel caso del crollo del ponte della S.S. 195 sul Rio Santa Lucia nei pressi di Cagliari lo scorso autunno.

Tutto ciò imporrebbe una diversa sensibilità delle Istituzioni preposte e la necessità di contributi tecnici multidisciplinari per l’individuazione e la risoluzione delle criticità.