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L’Albula bis

La Redazione ha visitato il cantiere nel Cantone svizzero dei Grigioni dove lo scorso 2 Ottobre, a poco più di tre anni dall’inizio degli scavi, è avvenuto il breakthrough della seconda canna del più alto tunnel ferroviario alpino

L’Albula bis

Lo smarino (ca. 250.000 m³), smaltito tramite ferrovia, è stato lavorato a Preda e utilizzato come materia prima per la produzione di cemento e per il ballast. Per lo smarino non riutilizzabile è stata individuata un’area idonea in località Las Piazzettas, lato Preda, dove il materiale di risulta è stato dislocato con nastri trasportatori.

Sul lato meridionale del cantiere di Preda è stata inoltre realizzata l’Infoarena, un padiglione informativo che illustra la storia della costruzione dei due tunnel. Per l’intero progetto è stato redatto un rapporto di compatibilità ambientale, che mostra l’impatto dei nuovi impianti durante la fase di costruzione e messa in opera definendo le misure necessarie a tutela delle persone, della fauna, del paesaggio, dell’aria e delle acque.

Per quel che concerne il concetto di sicurezza, nel tunnel dell’Albula si basa sul principio del self-rescue: l’impianto e l’attrezzatura tecnica soddisfano i requisiti di sicurezza previsti dalla Legge per una struttura ferroviaria. Nel caso di evento straordinario, dodici by-pass trasversali e impianti per la sicurezza agevolano l’abbandono del luogo dell’incidente attraverso il parallelo tunnel storico. Quest’ultimo tunnel sarà in sovrappressione, in modo da impedire l’afflusso dei fumi in caso di incendio.

Un primo breakthrough nell’“Albula bis” era avvenuto il 17 Ottobre 2017, quando si era entrati nella caverna costruita appositamente per poter attraversare la discontinuità geologica, detta formazione di Raibl (Raibler Rauwacke), situata a circa 1.260 m dal portale.

Solo dopo che una sezione lunga 60 m e larga 17 m della formazione di Raibl era stata raffreddata a -15° per nove mesi, creando una zona ghiacciata con funzione statica temporanea, era stato possibile scavare i 20 m di roccia necessari per il superamento della formazione, procedendo poi al rinforzo delle pareti del tunnel con anelli di calcestruzzo spessi 1,20 m con un’impermeabilizzazione multistrato. Occorreva infatti contenere anche le forti infiltrazioni d’acqua nella calce dell’Algovia.

Lo scavo è poi proseguito nei graniti dell’Albula. Il 2 Ottobre 2018, poco prima di mezzogiorno e dopo 42 mesi di scavo, è stato abbattuto l’ultimo diaframma di roccia del tunnel Albula II. La squadra di Spinas si è presentata nell’apertura portando ai colleghi di Preda la statua di Santa Barbara: lo scavo dei 5.860 m tra la valle dell’Albula e l’Alta Engadina era concluso.

Completato l’asse principale del tunnel, così come il rivestimento, la pavimentazione, le sottostrutture e i 12 by-pass di collegamento con il tunnel storico, si darà ora inizio alla costruzione dell’armamento ferroviario e alla predisposizione della tecnologia ferroviaria.

Saranno inoltre rinnovate eliminando le barriere architettoniche anche le due stazioni ai portali, Spinas (1.788,90 m s.l.m.) e Preda (1.814,91 m s.l.m.): quest’ultima sarà dotata di un sottopassaggio pedonale e di un nuovo binario tronco dedicato al trasporto slittini. D’inverno la strada tra Preda e Bergün diventa infatti la pista illuminata per slitte più lunga d’Europa.