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La sistemazione del versante in frana a monte della galleria del Bocco

L’intervento relativo alla sistemazione di un ampio versante in frana a monte della galleria del Bocco, nell’ambito dei lavori di ammodernamento della S.S. 63 “del Valico del Cerreto”, all’altezza dell’abitato di Bocco, in comune di Casina (RE)

La sistemazione del versante in frana a monte della galleria del Bocco

La sistemazione dei corpi di frana mediante drenaggio

Nel caso specifico, la causa principale del dissesto è da ricercarsi nelle acque da circolazione o di impregnazione sotterranea; per esse le trincee drenanti hanno permesso, quindi, di eliminare o quantomeno ridurre le sovrappressioni interstiziali con il conseguente aumento delle tensioni efficaci e della resistenza al taglio lungo la superficie di scorrimento, migliorando la resistenza d’insieme del terreno.

In particolare, nel caso dei movimenti profondi, l’elevato grado di mobilitazione di τf produce il progressivo sviluppo di distorsioni plastiche nella zona di taglio, con conseguente lento accumulo di spostamenti nel pendio; per questi movimenti l’installazione di un sistema di drenaggio può ridurre significativamente i valori delle pressioni interstiziali nella zona di taglio con conseguente incremento della resistenza al taglio disponibile e riduzione delle deformazioni plastiche e, quindi, degli spostamenti.

È bene sottolineare che l’efficacia di un sistema drenante non è necessariamente connessa con l’abbassamento della superficie libera di falda, né con processi di desaturazione del corpo di frana; è sufficiente, però, che le nuove condizioni di flusso producano un’adeguata riduzione delle pressioni interstiziali.

L’efficacia del sistema non è quindi legata alla quantità di acqua allontanata, ma alla variazione del regime delle pressioni interstiziali che il sistema è in grado di produrre.

Nel caso di specie, è stata adottata la tecnica delle trincee drenanti, atteso che le acque da emungere non si trovavano a profondità maggiore di 7,0-7,5 m e che gli scavi si potevano realizzare mediante “scavi a sezione obbligata”, ovvero mediante l’esecuzione di diaframmi, di larghezza esigua e successivamente riempiti con calcestruzzo alveolare, in sommità dei quali è stato realizzato uno strato di argilla e una coltre di terreno vegetale; sul fondo dello scavo, è stata inoltre posata una condotta microfessurata di eduzione delle acque.

Le trincee, oltre alla funzione drenante, rivestono il ruolo di irrigidimento del terreno, dal momento che in luogo del materiale arido a granulometria gradata, è stato utilizzato, quale riempimento degli scavi a sezione, un calcestruzzo alveolare drenante, rivestito di telo geotessile TNT come separazione dalle pareti di scavo.

La linea centrale è stata disposta lungo la linea di massima pendenza dei tratti interessati ed i rami laterali disposti a “spina di pesce”, in modo da non interferire con la stabilità del pendio. La lunghezza dei diaframmi drenanti è pari a complessivi 1.245 m, mentre la realizzazione delle trincee drenanti ha una lunghezza complessiva di 1.127 m.

Dall’analisi di stabilità dei corpi di frana, realizzata mediante il codice di calcolo all’equilibrio limite Slide prodotto dalla Rocscience, è stato possibile verificare come, considerando un abbassamento del livello di falda rispetto a quello misurato, il coefficiente di sicurezza su superfici libere raggiungesse valori maggiori dell’unità in tutte le superfici all’interno della coltre dove si sono registrati i movimenti.