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La sistemazione del versante in frana a monte della galleria del Bocco

L’intervento relativo alla sistemazione di un ampio versante in frana a monte della galleria del Bocco, nell’ambito dei lavori di ammodernamento della S.S. 63 “del Valico del Cerreto”, all’altezza dell’abitato di Bocco, in comune di Casina (RE)

La sistemazione del versante in frana a monte della galleria del Bocco

L’intervento di sistemazione del versante

Nel confronto tra le velocità di spostamento di una frana e l’andamento delle precipitazioni, si riscontrano spesso decorsi omotetici sino a pervenire a picchi di livelli di precipitazione, superati i quali, i fenomeni viscosi e plastici, provocano la frana.

Lo studio del versante a monte della galleria del Bocco, quindi, risultava essenziale per determinare tanto le azioni da intraprendere per la sua sistemazione finale quanto – aspetto non secondario – per completare le indagini atte alla scelta delle tecniche e delle modalità di scavo e rivestimento della sottostante galleria del Bocco.

Per tali motivazioni, in sede di progettazione esecutiva, il progetto definitivo è stato ulteriormente approfondito e integrato in modo da ridurre l’interferenza delle opere con le frane esistenti modificando, rispetto alla originaria ipotesi progettuale, il tratto di valle della galleria del Bocco.

Attraverso una modifica del tracciato, il fornice è stato localizzato più internamente al versante, a quota altimetrica inferiore ed ha giovato, conseguentemente, di una copertura maggiore.

Tuttavia, a causa di questa modifica planimetrica, le opere provvisionali dell’imbocco Nord della galleria del Bocco sono risultate interessate – nella paratia frontale di attacco e parte nel lato Ovest – da elementi di dissesto attivi e/o quiescenti; pertanto, per drenare il possibile afflusso di acqua derivante dalla falda presente sul pendio e diretto verso la galleria, sono stati realizzati, inizialmente, 25 pozzi di drenaggio di interasse 8-10 m e di altezza variabile.

Tuttavia il sistema di monitoraggio, attivo già dalle fasi preliminari alla progettazione definitiva, ha rilevato una generale attività dei movimenti franosi dal punto di vista degli spostamenti inclinometrici e una generale risalita della falda, dal punto di vista idrogeologico.

Dall’analisi complessiva dei dati a disposizione, si è verificata, quindi, una condizione differente e più complessa rispetto a quella originaria giustificata in special modo da particolari condizioni di alimentazione della falda che hanno generato un complessivo innalzamento del suo livello rispetto al piano di campagna, così consentendo al versante di continuare il suo scivolamento verso valle; ciò è stato confermato dalle misure piezometriche effettuate nel periodo tra Dicembre 2014 e Marzo 2015.

Questi due aspetti di natura idrogeologica hanno quindi contribuito, tramite l’accumularsi di pressioni interstiziali aggiuntive, all’accelerazione del fenomeno franoso in profondità e attraverso la periodica saturazione del materiale detritico, alla formazione di colamenti attivi anche nelle zone con deboli pendenze. Le letture inclinometriche hanno invece mostrato che i movimenti franosi risultavano attivi con superficie di scivolamento variabile tra 2,75 e 7,5 m di profondità.