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La progettazione delle gallerie all’interno di corpi di frana – seconda parte

L’esperienza di Rocksoil SpA nell’attraversamento dell’appennino italiano sulla Variante di Valico

La progettazione delle gallerie all’interno di corpi di frana – seconda parte

I movimenti lungo la superficie di scorrimento sono maggiori, raggiungendo un valore massimo di 150-200 mm (il valore medio è di circa 110 m); parte di questi spostamenti sono stati causati dall’interferenza con lo scavo delle gallerie, ma presentano un comportamento ciclico dovuto alla stagionalità.

Le precipitazioni piovane sono il parametro più importante che governa il comportamento della frana, per cui un aumento graduale del movimento è legato al peggioramento delle condizioni metereologiche, da Gennaio a Marzo (piogge e disgelo).

Tenendo conto che la circolazione idrica è la vera causa dei fenomeni, si è prevista la realizzazione di pozzi di drenaggio, per controllare la circolazione dell’acqua e, di conseguenza, la stabilità del pendio. 

Le gallerie Sparvo

Le gallerie Sparvo sono situate sulla sponda opposta del fiume Setta rispetto alle gallerie Val di Sambro; un ponte attraversa il fiume e collega le due gallerie. Il pendio di questa sponda risulta interessato da numerose frane a causa delle scadenti caratteristiche geotecniche del terreno, rappresentato principalmente dalle argille della formazione Argillite a Palombini, caratterizzate, inoltre, da una quota di falda prossima al piano campagna.

Per realizzare lo scavo delle gallerie è stata adottata una TBMEPB. Per quanto riguarda l’interferenza con le frane poste lungo il tracciato delle gallerie, sono stati utilizzati criteri simili a quelli delle gallerie di Val di Sambro: lo scopo del metodo costruttivo è stato quello di minimizzare la risposta deformativa dopo lo scavo, mantenendo principalmente i parametri di resistenza delle argille nell’intorno dei valori di picco (dominio elastico), riducendo, per quanto possibile, la plasticizzazione del terreno.

Anche questo obiettivo è stato raggiunto applicando l’approccio ADECO e sono state effettuate diverse analisi dettagliate per definire la pressione in camera di scavo necessaria per confinare correttamente il nucleo-fronte.

Allo stesso tempo, sono state effettuate analisi FDM del pendio per considerare le caratteristiche geometriche e geotecniche del pendio stesso, tenendo conto sia dei dati raccolti dagli inclinometri che del rilievo a piano campagna.

Anche in questo caso, i movimenti del pendio sono iniziati quando il fronte si trovava a una distanza dalla frana di circa il doppio del valore di copertura; i movimenti planimetrici e gli assestamenti sono stati molto rapidi.

Rispetto all’esperienza delle gallerie Val di Sambro, ulteriori considerazioni riguardano proprio la velocità giornaliera dei movimenti, che è stata molto elevata. I movimenti del pendio hanno raggiunto circa 70-80 mm (il valore massimo era di 110 mm), ma quasi tutti gli spostamenti si sono accumulati in un mese.