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Il progetto di ripristino della galleria San Benedetto

In seguito al sisma del 30 Ottobre 2016, le operazioni di messa in sicurezza provvisoria e le attività di indagine funzionali al ripristino definitivo a cura di ANAS SpA

In seguito all’evento sismico è stata osservata una riduzione, fino alla scomparsa, del flusso d’acqua, segno di una probabile modifica del regime idraulico della zona. Di contro, gli Enti locali hanno dovuto fronteggiare un improvviso incremento di acqua nel torrente in località San Pellegrino, molto più a valle e ad Ovest della galleria. Nei giorni immediatamente successivi all’evento sismico sono state condotte una serie di attività finalizzate all’arricchimento del quadro conoscitivo dei danni subiti dall’infrastruttura; è apparsa evidente sin dall’inizio la peculiarità del danno rilevato, causato da un evento sismico di magnitudo molto significativa. È stato elaborato un piano di indagini con particolare attenzione allo studio della connessione tra le caratteristiche geologiche della zona e la tipologia del dissesto riscontrato, che si ritrova prevalentemente concentrato in una fascia molto ristretta della galleria e ha fatto pensare alla possibile azione di una faglia o di un sistema di faglie o, verosimilmente, all’effetto di una zona di materiale roccioso detensionato e con scadenti qualità meccaniche.

Le indagini effettuate comprendono sondaggi geognostici a carotaggio continuo per circa 70 m, con prelievo di campioni, indagini geofisiche, indagini georadar, prove in situ, quali prove lugeon, prove dilatometriche, prove con martinetto piatto per misurare lo stato tensionale sul rivestimento, e prove di laboratorio. Le indagini geofisiche (quattro stendimenti di tomografia elettrica ERT, due stendimenti di sismica a rifrazione REF) condotte all’interno della galleria sono state finalizzate a meglio definire il fenomeno di dissesto; inoltre, quattro stendimenti georadar (GPR) sono stati previsti per valutare la condizione dei materiali e lo spessore del rivestimento.

È stato poi condotto un rilevamento geologico-strutturale di dettaglio, su tre aree ritenute importanti per la comprensione della natura del fenomeno: Valle Canapine, i versanti attraversati dalla Strada Provinciale per Forca Canapine e i versanti attraversati dalla Strada Provinciale per Castelluccio (area rifugio Perugia). È stato inoltre effettuato un rilievo del quadro fessurativo del rivestimento definitivo. Come accennato, è stato predisposto il progetto esecutivo del ripristino della struttura danneggiata adottando anche particolari procedimenti costruttivi che dovrebbero permettere il mutuo movimento dei conci in calcestruzzo, riducendo il rischio di messa fuori servizio in caso di nuovi eventi sismici. Si continua comunque a studiare quanto accaduto anche attraverso l’attivazione di tesi con Università al fine di definire il meccanismo cinematico che può interpretare gli effetti che l’evento ha comportato in termini geotecnici e strutturali, con un conseguente danneggiamento della struttura.