La tecnica di produzione dei conglomerati bituminosi a caldo e a freddo ha subito negli ultimi anni notevoli sviluppi, non tanto dal punto di vista delle prestazioni quanto soprattutto per l’impiego di materiali derivanti da processi di recupero o riciclo.
Già nel 2006, le Norme di marcatura CE della serie 13108 sancivano formalmente la possibilità di impiego di conglomerato bituminoso di recupero (più noto come “fresato”) in quantità libere purché accompagnate da opportune evidenze di laboratorio tali da garantire la qualità del prodotto finale.
A seguito del recepimento delle Normative europee da parte dell’Organismo UNI, le specifiche tecniche di alcuni dei principali Enti Gestori di strade si sono lentamente adattate aprendo la possibilità di impiego nelle miscele bituminose non solo dei fresati ma anche di altri materiali di origine cosiddetta “non convenzionale” provenienti per lo più da processi di recupero.
Già numerose sono le applicazioni di conglomerati bituminosi prodotti con alte percentuali di materia recuperata o riciclata: tuttavia, la maggior parte delle Stazioni Appaltanti ancora mantiene scetticismo e riserbo rispetto all’uso di tali materiali per la costruzione delle pavimentazioni stradali, anche a dispetto di quanto proposto dalla Commissione Europea nelle Comunicazioni su Consumo e Produzione Sostenibile (COM (2008) 397) e sul GPP (COM (2008) 400), che è diventato parte integrante del Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della Pubblica Amministrazione (PAN GPP).