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Un “freno” alle frane

Da Sirive, la stabilizzazione della frana Cischele a Recoaro Terme (VI) con una tecnologia innovativa tutta italiana

L’esecuzione dei lavori

I lavori di sistemazione del primo stralcio dell’intervento sono stati conclusi nel 2015. Sono stati installati 33 rinforzi passivi di lunghezza compresa tra i 40 e i 50 m, con ancoraggi compositi S76 da 3.000 kN di carico a rottura ciascuno, costituiti da barre autoperforanti di diametro esterno di 76 mm con sette trefoli da 0,6” cementati all’interno.

I rinforzi sono disposti a interasse orizzontale di 5 m su tre allineamenti all’interno del corpo frana, una serie a valle della strada provinciale, due serie a Sud a valle delle abitazioni. Si sono infine applicate le piastre flottanti in calcestruzzo armato prefabbricato di forma tronco-conica e diametro esterno di 1,5 m.

Al fine di valutare l’effetto del primo intervento e analizzare l’interazione dei rinforzi con il terreno, è stato installato un sistema di monitoraggio che comprende la registrazione in continuo della forza assiale su due ancoraggi strumentati con celle di carico.

I dati tensionali vengono incrociati con il monitoraggio topografico degli spostamenti e le misurazioni continue su quattro sonde inclinometriche e due piezometri, oltre alle letture manuali eseguite su cinque inclinometri posti nel corpo frana, per valutare le relazioni tra variazioni di falda, movimenti superficiali e profondi e comportamento degli ancoraggi.

Al mese di Dicembre 2016, dopo 18 mesi di monitoraggio, la velocità di avanzamento della frana si è ridotta in modo uniforme di sei-dieci volte, da 25-45 mm/anno a 3,5-4 mm/anno, comprovando la validità e l’efficacia tecnica del sistema, con la messa in sicurezza delle abitazioni (le fessurazioni non hanno subito ulteriori allargamenti) e della S.P. 246, completamente riaperta al traffico.

I lavori sono stati eseguiti dall’Impresa Costruzioni Traverso Srl di Bolzano Vicentino (VI) e le opere speciali OS21 dall’Impresa Dalla Gassa Srl di Cornedo Vicentino (VI); la progettazione è stata ad opera dell’Ufficio Difesa del Suolo della Provincia di Vicenza con la supervisione scientifica del Dipartimento ICEA dell’Università di Padova nelle figure dello Scrivente (Ing. Alberto Bisson) e della Prof.ssa Simonetta Cola.

La pubblicazione di parte dei risultati è stata premiata dall’Associazione Geotecnica Italiana come migliore contributo tecnico-scientifico al Convegno Nazionale di Geotecnica del 2014, e il progetto di ricerca ha vinto il primo premio del Concorso FOIV-SAMOTER 2017 per la prevenzione e la tutela del territorio nella sezione “Recupero ambientale”.