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Miscele stradali: le malte bituminose contenenti scoria “bianca” d’acciaieria

I più recenti sviluppi di una ricerca in corso presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (ICEA) dell’Università degli Studi di Padova in collaborazione con l’Università di Burgos (Spagna)

Miscele stradali: le malte bituminose contenenti scoria “bianca” d’acciaieria
La rigidezza

Le proprietà visco-elastiche dei materiali oggetto di studio sono state investigate attraverso le prove di Frequency Sweep precedentemente dettagliate. Per ragione di sintesi, nel seguito vengono presentate solamente le Master Curves del modulo complesso G* alla temperatura di riferimento di 20 °C, ricavate traslando orizzontalmente i dati sperimentali ottenuti alle diverse temperature con opportuni shift factors calcolati secondo la nota legge di Williams-Landel-Ferry [18] in accordo con il principio di sovrapposizione tempo-temperatura.

A tal proposito, le curve maestre dei moduli di rigidezza misurati per le miscele non invecchiate sembra confermare il maggior effetto irrigidente della frazione sabbiosa fine di LFS rispetto a quella silicea di riferimento, in particolare alle basse frequenze ridotte di prova (che corrispondono quindi alle alte temperature).

Analoghi risultati, intesi come gerarchie prestazionali, sono stati ottenuti per i materiali testati nelle altre condizioni di invecchiamento analizzate (RTFOT e ExRTFOT), seppur con rigidezze via via maggiori per tutte le miscele a causa dei processi di invecchiamento subiti.

Ciò sembrerebbe ulteriormente confermare, quindi, che l’introduzione della scoria LFS in luogo dell’aggregato naturale di riferimento, in particolar modo nella frazione sabbiosa, comporti un maggiore effetto irrigidente con conseguenti possibili problematiche per le miscele in fase di preparazione e stesa nonché di resistenza alla fessurazione in fase di esercizio, ma al tempo stesso con promettenti benefici prestazionali in termini di resistenza all’accumulo di deformazioni permanenti e di efficace ripartizione dei carichi veicolari negli strati sottostanti.

A tal proposito, i paragrafi seguenti illustrano i risultati di prove effettuate per investigare specificatamente le prestazioni dei materiali nei confronti proprio dell’accumulo di deformazioni permanenti e della resistenza a fatica.