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Il rischio idrogeologico e la rete viaria nazionale minore

Il rischio definisce la possibilità che un fenomeno naturale o antropico possa causare effetti dannosi sulla popolazione, sugli insediamenti, sulle infrastrutture o in generale su quelli che vengono definiti elementi esposti

Il caso di studio: interruzione e isolamento di piccole comunità
La scelta del caso di studio

Il caso di studio adottato fa riferimento alla Provincia di Lucca, data la particolare rilevanza di fenomeni di dissesto idrogeologico in questa area.

L’analisi storica (Delmonaco et al. 2003) evidenzia come il territorio della Lucchesia sia particolarmente esposto e interessato da frane superficiali e inondazioni associate ad eventi di precipitazioni intense.

La metodologia di analisi

La metodologia adottata per lo studio dell’interazione dissesto-rete stradale prevede una stima dei tratti di rete stradale minore esposti a rischio idraulico e da frana (WP/WLI, 1993), attraverso l’analisi spaziale su piattaforma GIS degli strati informativi riportati di seguito.

I vari tratti stradali codificati nel TeleAtlas®, nel loro complesso, costituiscono gli elementi esposti, la cui caratterizzazione è un passo fondamentale nell’analisi del rischio.

Per quanto riguarda il parametro vulnerabilità va detto che, in assenza di curve di vulnerabilità specifiche per l’assetto infrastrutturale, tale parametro è stato cautelativamente considerato costante e pari a 1, ipotizzando che, nello specifico contesto, la sola presenza del bene in aree ad elevata pericolosità ne determini automaticamente la massima vulnerabilità.

Vengono di seguito descritti dettagliatamente i database utilizzati per l’implementazione dell’analisi GIS.

L’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (Progetto IFFI) I dati sulle frane derivano da una estrazione su base provinciale direttamente dall’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (Progetto IFFI), realizzato a partire dal 1997 dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e dalle Regioni e Province Autonome d’Italia.

Le aree a pericolosità idraulica

Per quanto attiene alle aree a pericolosità idraulica considerate nel presente studio, esse derivano dalle fasce di pericolosità idraulica (aree di pertinenza idraulica) prodotte dalla Autorità di Bacino del fiume Serchio.

Conclusioni
Gli impatti economici delle interruzioni stradali

Il territorio nazionale italiano, data la sua conformazione orografica, geologica e geomorfologica è storicamente esposto ai fenomeni naturali di dissesto geologico ed idraulico intensi. L’attuale impianto normativo nazionale e regionale, così come l’attività di pianificazione e programmazione ai vari livelli, è da tempo indirizzata alla riduzione di questa vulnerabilità sistemica (potendo solo limitatamente agire sulla riduzione della pericolosità) e all’aumento generale della resilienza delle comunità e del territorio. La rete infrastrutturale italiana risente di questo elevato livello di esposizione, tanto da risultare molto spesso uno degli elementi più critici e a rischio in concomitanza al verificarsi di fenomeni naturali estremi quali alluvioni e franosità diffusa. In termini di impatto, il danno è infatti duplice: da un lato va considerato l’elevato costo diretto di ripristino e messa in sicurezza mentre dall’altro lato va comunque considerato il costo indiretto di interruzione di collegamento e di isolamento ad esso associato. Queste tipologie di costi di difficile valutazione hanno però effetti economici e sociali pesantissimi, distruggendo spesso il tessuto produttivo e sociale delle comunità investite da fenomeni di questo tipo.

È per queste ragioni che una corretta pianificazione della rete stradale, infrastrutturale e di collegamento è di fondamentale importanza sia in fase emergenziale che in periodo di assenza di fenomeni naturali.

Il caso di studio presentato ha voluto tracciare un semplice schema metodologico per valutare ex ante il livello di esposizione e quindi di fragilità infrastrutturale di un dato territorio nazionale ai fenomeni di dissesto geologico ed idraulico. Naturalmente ad analisi di questo tipo, che aumentano il livello conoscitivo di pericolosità e rischio di una data area, devono poi far seguito politiche di pianificazione e programmazione di interventi mirati alla mitigazione di tale rischio e all’aumento della resilienza territoriale anche attraverso piani di adattamento, monitoraggio e controllo.

Lo sviluppo di tali studi deve prevedere una stima e una quantificazione dei costi a fronte dei danni attesi per effettuare delle scelte a fronte di scenari costi/benefici.