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Il ponte degli Acquedotti a Tivoli tra resti archeologici e orografia complessa

Con la nuova opera sarà finalmente risolto il problema della fluidità e della sicurezza stradale della S.P. 33 “Empolitana” nel tratto di collegamento tra l’abitato di Tivoli e lo svincolo autostradale di Castel Madama

Il ponte degli Acquedotti a Tivoli tra resti archeologici e orografia complessa

Il comportamento sismico dell’opera

L’intervento ricade in una zona di intensità sismica medio-bassa con accelerazioni massime al suolo per eventi con periodo di ritorno 500 anni pari a circa 0,15-0,20 g.

Un tempo, lo studio del comportamento sismico della struttura non avrebbe avuto un peso determinante nella progettazione di questo ponte in quanto è abbastanza noto che i ponti in acciaio a travata non soffrono per azioni sismiche medio-basse.

Nel caso specifico, il ponte fonda su appoggi con caratteristiche stratigrafiche differenti. Ognuna delle verticali di indagine, ubicate sulle due spalle e le due zampe della pila a cavalletto, hanno mostrato condizioni geologiche differenti e l’analisi di Risposta Sismica Locale ha evidenziato quattro spettri sismici alquanto diversi tra loro.

Dal complesso delle indagini e delle analisi sviluppate in fase progettuale si è ricavato che:

  • secondo il “metodo semplificato” previsto dalle NTC 2008i siti sarebbero tutti classificati nella categoria di suolo B ad eccezione dell’appoggio in sponda sinistra della pila (categoria A);
  • gli spettri ricavati con RSL sui due appoggi della pila rimangono abbastanza ben inviluppati negli “spettri semplificati” corrispondenti; per le due spalle gli spettri da RSL risultano molto diversi da quelli “semplificati”, con amplificazioni significative nel campo dei periodi più bassi;
  • come spesso avviene nelle RSL, gli spettri presentano picchi di amplificazione accentuati nei periodi bassi, mentre la “coda” dello spettro (oltre un secondo) è sempre molto al di sotto dei corrispondenti spettri “semplificati”;
  • considerando che la struttura è isolata e quindi i suoi periodi propri sono alti (superiori al secondo), l’utilizzo dello spettro tipo B di Normativa per l’analisi globale è risultato più cautelativo e preferibile rispetto all’uso di quelli scaturiti dalla risposta sismica locale;
  • per la determinazione delle azioni sismiche sulle spalle dovute alla propria massa e a quella del terreno retrostante, i valori di accelerazione ricavati dallo studio di RSL sono risultati molto più gravosi di quelli dello spettro “semplificato” di Normativa.