Nei pressi dell’abitato di Carlantino (FG), sul finire degli anni Cinquanta è stato realizzato uno sbarramento sul fiume Fortore, creando così il più grande bacino artificiale d’Italia e il secondo in Europa, il lago di Occhito.
L’area del lago presenta un ambiente tipico delle zone preappenniniche. Lungo la zona umida si ritrova la tipica vegetazione fluviale con pioppeti e macchia mediterranea; variegato è anche il patrimonio faunistico presente.
Lo sbarramento, ultimato nel 1966 e in esercizio dal 1972, risulta essere una diga zonata in materiale sciolto il cui coronamento è sede di viabilità interna. Si tratta di un’opera di notevole importanza sia per l’uso potabile (a servizio della provincia di Foggia), sia per il comparto agricolo.
A causa del continuo apporto di sedimenti, si è reso necessario prevedere il dragaggio del materiale presente presso lo scarico di fondo della diga, zona molto critica per il corretto funzionamento della stessa.
Il presente articolo riguarda proprio la particolare tecnologia impiegata per la disidratazione dei fanghi dragati, immessi dopo condizionamento chimico in appositi contenitori, i geofiltri tubolari, realizzati con geotessile tessuto di adeguate caratteristiche, in termini di resistenza alla pressione del fluido contenuto e di permeabilità.