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Miscele stradali: le malte bituminose contenenti scoria “bianca” d’acciaieria

I più recenti sviluppi di una ricerca in corso presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (ICEA) dell’Università degli Studi di Padova in collaborazione con l’Università di Burgos (Spagna)

Miscele stradali: le malte bituminose contenenti scoria “bianca” d’acciaieria
La resistenza alle deformazioni permanenti

La resistenza alle deformazioni permanenti dei materiali oggetto di studio è stata valutata attraverso l’analisi dei dati ottenuti dalle prove MSCR in termini di compliance Jnr relativa alla deformazione non recuperata.

Come anticipato, le prove sono state eseguite a diverse temperature e livelli di carico su campioni invecchiati a breve termini (RTFOT); l’effetto irrigidente di filler e sabbia si traduce in maniera inequivocabile, come ovvio, in un deciso decremento della deformabilità Jnr rispetto a quella misurabile per il bitume; tale evidenza è da intendersi come sintomo di minore propensione all’accumulo di deformazioni permanenti.

Come era lecito attendersi dall’analisi delle proprietà visco-elastiche, tale effetto irrigidente pare maggiormente marcato per il mastice e la malta bituminosi preparati con scoria LFS (MAS B e MOR B) rispetto ai corrispondenti risultati mostrati dai materiali di riferimento (MAS A e MOR A) i quali, difatti, mostrano valori di compliance più elevati.

Va infine rimarcato come i materiali contenenti scoria LFS appaiono esibire una dipendenza delle prestazioni dal livello di carico applicato meno accentuata rispetto a quella degli analoghi materiali tradizionali di riferimento: si osserva difatti una minore variazione dei risultati ottenuti applicando una tensione massima pari a 10 kPa rispetto a quelli relativi alla tensione di 3,2 kPa.

Tutti gli elementi emergenti dall’analisi delle prove MSCR sembrano quindi suggerire sostanziali potenziali benefici nelle prestazioni delle miscele avverso le deformazioni permanenti nel caso di utilizzo di scoria LFS non solo come filler, ma anche nelle frazioni fini sabbiose, grazie al loro spiccato potere irrigidente della componente bituminosa.