La marcatura CE relativa alle barriere antirumore prevede la dichiarazione da parte dei Produttori del decadimento delle prestazioni acustiche nel tempo. Allo stato attuale, però, non sono state standardizzate delle prove di invecchiamento accelerato che consentano di poter determinare il decadimento del potere fonoisolante e fonoassorbente delle varie tipologie di pannello. Nel caso di pannelli fonoassorbenti in alluminio o metallici in generale, con all’interno un materassino in lana minerale o poliestere o in generale in fibre sintetiche riciclate, si può presumere che le caratteristiche di fonoisolamento e di fonoassorbimento siano legate a una perdita di peso nel tempo del materassino legata all’esposizione alle intemperie (acqua e alte temperature). Sulla lana minerale vengono infatti effettuate prove quali quella in stufa o immersione in acqua e si prescrive che il comportamento della lana sia tale da non avere perdita di peso e che il coefficiente di igroscopicità sia al di sotto di un certo valore.
Inoltre, il pannello viene sottoposto con una certa frequenza a una prova di scuotimento che può simulare il passaggio di mezzi pesanti, veloci o di convogli ferroviari. Il requisito di questa prova, denominata “prova di ancoraggio della lana minerale”, è che il materassino all’interno del pannello non debba perdere la propria consistenza e il proprio peso. Ulteriormente, vengono anche effettuate prove che verifichino che, nel suo complesso e per la sua conformazione geometrica, il pannello non favorisca il ristagno dell’acqua al suo interno.
Queste prove costituiscono i requisiti di accettabilità dei vari materiali, ma non la certezza che – dopo un certo numero di anni – il pannello abbia mantenuto inalterate le proprie caratteristiche acustiche e, in particolare, come possano mutare percentualmente i valori dell’indice unico di valutazione DLα misurati secondo le UNI EN 1793-1-3.
Su un pannello TW95ALV12 costituito da un involucro in alluminio da 1,2 mm, verniciato a polvere poliestere, forato nel lato anteriore in sei diametri diversi, con all’interno un materassino in lana minerale dello spessore di 60 mm e densità 90 kg/m3, con una lamina fonosmorzante in bitume inserita sul lato pieno come richiesto da Capitolato, presso un laboratorio riconosciuto ufficialmente (Istituto Giordano di Bellaria presso la camera riverberante della sede di Gatteo – FC) abbiamo avuto l’opportunità di effettuare la prova di fonoassorbimento prima dell’installazione avvenuta nel 2000 (Certificato n° 142088 del 26/10/2000 secondo ISO 354) con un DLα calcolato pari a 20 dB e dopo 15 anni dall’installazione (dichiarazione di prova dell’Istituto Giordano del 27 Gennaio 2016) con DLα pari a 20 dB. Le barriere antirumore sono quelle installate lungo la secante di Cesena (S.S. 726) che, nel 2015, sono state modificate con la un’importante occasione per poter “misurare” quale potesse essere nel tempo la perdita di fonoassorbimento delle pannellature. I valori ottenuti hanno rassicurato sulla bontà del processo produttivo sostanzialmente evidenziando che, in 15 anni, il fonoassorbimento del pannello non è cambiato.
Sono inoltre stati verificati la verniciatura, lo spessore delle lamiere e l’aspetto che ha assunto il materassino all’interno del pannello. In particolare, è risultato che lo spessore del film di vernice è rimasto inalterato, con uno spessore minimo del film verniciante di 75 micron contro i 60 da Capitolato. Le prove acustiche e non acustiche effettuate su questi pannelli dopo l’installazione consentono di dichiarare che il pannello, dopo 15 anni dall’installazione, non ha subito alcuna perdita del potere fonoassorbente, naturalmente questo anche perché è stato mantenuto inalterato il ciclo produttivo sia come profilatura che come verniciatura e poiché la lana minerale è sempre scelta con gli stessi criteri di qualità: poiché un sistema produttivo impostato sulla qualità dei materiali consente sempre di ottenere risultati soddisfacenti nel tempo.