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Il rischio idrogeologico e la rete viaria nazionale minore

Il rischio definisce la possibilità che un fenomeno naturale o antropico possa causare effetti dannosi sulla popolazione, sugli insediamenti, sulle infrastrutture o in generale su quelli che vengono definiti elementi esposti

Il rischio idrogeologico

Il concetto di rischio è legato non solo alla capacità di calcolare la probabilità che un evento pericoloso accada, ma anche alla capacità di definire e quantificarne il danno provocato.

Immagini

  • I danni provocati dalla frana nel comune di Montescaglioso (MT) il 3 Dicembre 2013
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    I danni provocati dalla frana nel comune di Montescaglioso (MT) il 3 Dicembre 2013
  • Grafici dei disastri naturali dal 1900-2011 (EM-DAT)
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    Grafici dei disastri naturali dal 1900-2011 (EM-DAT)
  • Grafici dei disastri naturali dal 1900-2011 (EM-DAT)
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    Grafici dei disastri naturali dal 1900-2011 (EM-DAT)
  • Grafici relativi al numero di decessi a seguito di disastri naturali nel periodo 1900-2011
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    Grafici relativi al numero di decessi a seguito di disastri naturali nel periodo 1900-2011
  • Grafici relativi al numero di decessi a seguito di disastri naturali nel periodo 1900-2011
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    Grafici relativi al numero di decessi a seguito di disastri naturali nel periodo 1900-2011
  • I feriti a seguito di disastri naturali dal 1900-2011
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    I feriti a seguito di disastri naturali dal 1900-2011
  • I feriti a seguito di disastri naturali dal 1900-2011
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    I feriti a seguito di disastri naturali dal 1900-2011
  • Grafici relativi alla stima dei danni (in milioni di Dollari USA) causati da disastri naturali nel periodo 1900-2011
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    Grafici relativi alla stima dei danni (in milioni di Dollari USA) causati da disastri naturali nel periodo 1900-2011
  • Grafici relativi alla stima dei danni (in milioni di Dollari USA) causati da disastri naturali nel periodo 1900-2011
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    Grafici relativi alla stima dei danni (in milioni di Dollari USA) causati da disastri naturali nel periodo 1900-2011
  • Il numero di frane e alluvioni catalogate in Italia per anno (* Fonte AVI; ** Fonte Annuario Dati Ambientali ISPRA 2013)
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    Il numero di frane e alluvioni catalogate in Italia per anno (* Fonte AVI; ** Fonte Annuario Dati Ambientali ISPRA 2013)
  • Le vittime delle principali alluvioni in Italia (annuario ISPRA 2013)
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    Le vittime delle principali alluvioni in Italia (annuario ISPRA 2013)
  • La sintesi dello studio MATTM 2008
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    La sintesi dello studio MATTM 2008
  • La sintesi dello studio MATTM 2008
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    La sintesi dello studio MATTM 2008
  • La stima del danno complessivo rispetto al PIL 1951-2011 (annuario ISPRA 2013)
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    La stima del danno complessivo rispetto al PIL 1951-2011 (annuario ISPRA 2013)
  • La franosità in Italia dal progetto IFFI e criticità lungo le principali strade e autostrade italiane
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    La franosità in Italia dal progetto IFFI e criticità lungo le principali strade e autostrade italiane
  • La franosità in Italia IFFI Project (annuario ISPRA 2013)
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    La franosità in Italia IFFI Project (annuario ISPRA 2013)
  • I fondi totali allocati per singola Regione. Allo stato attuale, 4.872 interventi in tutta Italia sono stati finanziati dal MATTM per un importo totale superiore ai 4 miliardi di Euro
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    I fondi totali allocati per singola Regione. Allo stato attuale, 4.872 interventi in tutta Italia sono stati finanziati dal MATTM per un importo totale superiore ai 4 miliardi di Euro
  • Il diagramma di flusso adottato per il calcolo del rischio semplificato per la rete stradale nella Provincia di Lucca
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    Il diagramma di flusso adottato per il calcolo del rischio semplificato per la rete stradale nella Provincia di Lucca
  • La cartina del danno atteso sulla rete del grafo stradale minore a causa di fenomeni franosi e idraulici (Provincia di Lucca)
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    La cartina del danno atteso sulla rete del grafo stradale minore a causa di fenomeni franosi e idraulici (Provincia di Lucca)

Rischio e pericolosità non sono la stessa cosa: la pericolosità rappresenta la probabilità di accadimento dell’evento calamitoso che può colpire una certa area (la causa), il rischio è rappresentato dalle sue possibili conseguenze, cioè dal danno atteso (l’effetto/conseguenze).

Per valutare concretamente il rischio, quindi, non è sufficiente conoscere la pericolosità (probabilità di accadimento di un determinato evento), ma occorre anche stimare attentamente il valore esposto, cioè dei beni presenti sul territorio che possono essere coinvolti da un evento.

Il rischio è generalmente definito tramite la seguente espressione:

R = P x V x E

dove:

  • P = Pericolosità: la probabilità che un fenomeno di una determinata intensità si verifichi in un certo periodo di tempo, in una data area;
  • V = Vulnerabilità: la vulnerabilità connessa ai danni potenziali per persone, edifici, infrastrutture, attività economiche. Possibilità di subire danni a seguito di sollecitazioni indotte da eventi di una certa intensità (di solito è espressa da una scala che va da 0 = nessuna perdita a 10 = perdita totale);
  • E = Esposizione o Valore esposto: è il numero di unità (o “valore”) di ognuno degli elementi a rischio presenti in una data area, infrastrutture o insediamenti.
Gli impatti del dissesto idrogeologico in Italia e nel mondo

Le catastrofi naturali e in particolare quelle geologiche e idrauliche, sia a scala europea che mondiale, sembrano registrare un forte incremento a livello globale (da CRED EM-DAT, 2011). Lo stesso trend sembrerebbe essere riscontrabile nelle serie storiche italiane dove, ad esempio, si registrano quattro eventi ultrasecolari in Piemonte negli ultimi dieci anni (annuario ISPRA, 2013).

Il territorio nazionale italiano, data la sua conformazione orografica, geologica e geomorfologica caratterizzata da un’orografia giovane e da rilievi in sollevamento, è sempre stato interessato da fenomeni idraulici e geologici  di notevole intensità. Tra il 1279 e il 2002, in Italia, il catalogo AVI Aree Vulnerate Italiane, realizzato dal CNRIRPI (Guzzetti & Tonelli, 2004) riporta 4.521 eventi con danni di cui 2.366 relativi a frane (52,3%), 2.070 ad inondazioni (45,8%) e 85 a valanghe (1,9%).

Nello stesso periodo sono state registrate 13,8 vittime l’anno in occasione di fenomeni franosi e 49,6 vittime per fenomeni alluvionali (fonte AVI CNR-IRPI). Negli ultimi 50 anni tali stime riportano una diminuzione delle vittime causate da fenomeni idraulici (31 vittime l’anno), con un aumento esponenziale dei costi economici a questi associati (Fonte: annuario ISPRA, 2011).

Il rapporto Ecosistema a Rischio (Legambiente & Protezione Civile, 2011) stima che nel solo decennio 1991-2001 in Italia si siano verificate 12.000 frane e oltre 1.000 piene, causando 340 vittime e danni economici calcolati in oltre 10 miliardi di Euro.

Solo nel 2003 i principali eventi alluvionali hanno coinvolto più di 300.000 persone e le risorse economiche necessarie al ripristino delle aree colpite sono state pari a 2.184 milioni di Euro. Il progetto IFFI (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia) dell’ISPRA ha realizzato un quadro completo e omogeneo sulla distribuzione delle frane sul territorio nazionale, anche quando non pericolose per le infrastrutture urbane e territoriali in genere.

Tale progetto censisce e mappa i fenomeni franosi verificatisi sul territorio nazionale.

L’inventario IFFI è attualmente uno strumento importante per la definizione della pericolosità e del rischio da frana alla scala nazionale. Le analisi di rischio a scala nazionale hanno evidenziato che:

  • il 70,5% dei comuni italiani sono interessate da fenomeni franosi;
  • 995.484 abitanti sono esposti al rischio frana;
  • sono 43.691 i punti critici lungo le principali infrastrutture di trasporto.
Il Progetto ReNDiS

Il progetto ReNDiS (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo), sviluppato e gestito da ISPRA, ha come scopo principale la raccolta, l’aggiornamento e l’implementazione di un database nazionale relativo al monitoraggio dell’attuazione degli interventi urgenti finanziati dal MATTM per la riduzione del rischio idrogeologico (D.L.180 e s.m.i).

Il progetto, avviato nel 1999, consiste in una piattaforma web-GIS realizzata interamente con tecnologie Open Source e si compone di un Geodatabase (archivio principale) e di due applicazioni secondarie: la prima (ReNDiS-ist) per la gestione del dato e la seconda (ReNDiS-web) di interfaccia on line per l’accesso pubblico e la visualizzazione e consultazione dei dati in rete. All’interno del database ogni informazione è organizzata come singolo lotto di intervento la cui attuazione (atto di finanziamento, fase progettuale e fase esecutiva) è costantemente monitorata a scala nazionale.

Il progetto ReNDiS è attualmente il principale strumento operativo per la gestione delle informazioni del monitoraggio sull’attuazione degli interventi finanziati dal MATTM. L’obiettivo è quello di costruire progressivamente un quadro unitario e completo dell’intervento pubblico per la difesa del suolo e per questo è progettato per essere facilmente implementato (anche mediante servizi wms) con banche dati gestite da altri Enti. Il database consente di condividere dati ed informazioni tra le diverse Amministrazioni e, quindi, di migliorare il quadro conoscitivo a supporto delle attività di pianificazione per la difesa dai rischi idrogeologici. In ultimo favorisce la trasparenza della Pubblica Amministrazione, mediante la pubblicazione e la diffusione sul web dei dati sugli interventi finanziati.