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Il ponte degli Acquedotti a Tivoli tra resti archeologici e orografia complessa

Con la nuova opera sarà finalmente risolto il problema della fluidità e della sicurezza stradale della S.P. 33 “Empolitana” nel tratto di collegamento tra l’abitato di Tivoli e lo svincolo autostradale di Castel Madama

Il ponte degli Acquedotti a Tivoli tra resti archeologici e orografia complessa

Questa è stata la soluzione del progetto esecutivo posto a base di gara, sebbene fosse prevista la possibilità di presentare modifiche migliorative che non mettessero però in discussione quanto già deciso nelle precedenti Conferenze dei Servizi. Gli Scriventi si sono quindi concentrati sul problema della pila prevista al centro del fosso.

Si avviarono così una serie di studi e di analisi per individuare la migliore modalità per presentare un’offerta migliorativa all’interno delle modifiche accettabili dal Cliente e compatibili con le risultanze delle Conferenze dei Servizi precedenti. Il timore era che qualche concorrente presentasse una soluzione a campata unica che eliminasse completamente il problema di questa pila ed anche buona parte dei rischi di interferenza con i reperti romani sparsi nella valle.

In effetti, la soluzione a campata unica sarebbe stata veramente eccessiva e sproporzionata rispetto allo stato dei luoghi, ma soprattutto molto più costosa del budget disponibile. Non potendo peraltro tornare alla soluzione a tre campate, poiché già bocciata in Conferenza dei Servizi, non restava che insistere sulla soluzione a due campate, soluzione che è già piuttosto onerosa e che non si poteva rendere asimmetrica, cioè con due luci differenti, per evitare la pila al centro dell’Empiglione, in quanto una trave continua su tre appoggi con ad esempio una luce da 90 m e una da 60 avrebbe richiesto una travata molto impegnativa e poco efficiente.

A questo punto si è deciso di proporre una pila a cavalletto (portale) in modo da posizionare le due zampe ai lati dell’Empiglione.