Il tratto in oggetto è quello subito a valle dell’abitato di Monitola (RM), dove si verificano tre restringimenti di carreggiata successivi che costringono i veicoli a un senso unico di marcia alternato, dovuti sia a preesistenze archeologiche di epoca romana (acquedotti), sia alla ridotta sezione stradale disponibile sul ponte esistente di attraversamento del fosso dell’Empiglione, realizzato nella seconda metà del Settecento.
La nuova infrastruttura consentirà di risolvere tali problematiche evitando quindi la formazione di lunghe code di veicoli nelle ore di punta e raggiungendo un adeguato livello di sicurezza stradale.
La storia del progetto
La necessità di questo intervento venne riconosciuta già negli ultimi decenni del secolo scorso con il forte incremento di traffico causato dall’aumento del parco veicoli circolante e del pendolarismo su Roma. È però nei primi anni 2000 che si sviluppano una serie di progettazioni preliminari, che si sono nel tempo evolute tenendo conto che il nodo della viabilità è rimasto tale e quale perché, fortunatamente, permane l’esigenza di mobilità di persone e merci.
Nel caso specifico, i “tempi archeologici” richiesti per sbloccare l’intervento sono parzialmente giustificati dalle indubbie difficoltà legate all’orografia dei luoghi e alle preesistenze romane di indubbio valore. Per by-passare questi interessanti resti archeologici (gli acquedotti Anio Vetus ed Anio Novus) è richiesta, in effetti, un’opera piuttosto importante in quanto l’unico allineamento possibile è quello che attraversa con forte obliquità l’incisione del torrente Empiglione, che risulta abbastanza profonda e con versanti acclivi cosparsi di ruderi romani, in sede o crollati.