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Le nuove politiche nazionali e regionali per il trasporto ferroviario 4.0

Il trasporto intermodale ferroviario al centro delle politiche per la mobilità sostenibile e degli obiettivi di efficientamento del settore dei servizi di trasporto italiani: il caso della Lombardia

Le nuove politiche nazionali e regionali per il trasporto ferroviario 4.0

Oltre a queste misure hard, la Confederazione ha adottato varie iniziative di tipo soft, capaci di accompagnare l’entrata in esercizio della nuova rete e di garantire il rilancio della ferrovia come principale alternativa alla strada nei collegamenti attraverso le Alpi svizzere. Tra queste ha assunto particolare importanza il sistema di tassazione sul traffico pesante commisurato alle prestazioni (TTPCP), che ha consentito la costruzione di un fondo ad hoc, il Fondo Grandi Progetti Ferroviari.
Transita attraverso la Svizzera ben il 73,6% dei traffici intermodali ferroviari nei terminal della Lombardia stimati per il 2016, grazie alla raccolta di informazioni direttamente presso l’Ufficio Federale dei Trasporti svizzero, che sovvenziona ogni spedizione in transito e indicate dalle principali Società terminalistiche, mentre i dati per le Società terminalistiche minori sono stimate attraverso interviste ad operatori. L’11,6% sono flussi di traffico combinato mare/rotaia con o/d i porti del Nord Tirreno e del Nord Adriatico e il 15,8% di traffici combinati strada/rotaia nazionali.

L’approccio qui proposto mira ad evidenziare come, nell’attuale contesto in cui il ruolo delle Imprese di autotrasporto dell’Europa Centro orientale è dominante nei traffici di media e lunga distanza terrestri intra UE, le politiche per il trasporto intermodale ferroviario siano paragonabili a politiche di attrazione alla localizzazione di Imprese tipiche di policy industriali (logiche on-shoring e di backsourcing per favorire l’occupazione locale). L’analisi si pone l’obiettivo di presentare una prima stima economica degli effetti derivanti da una ipotesi di impossibilità di rispondere alla domanda di servizi intermodali ferroviari. La stima distingue il territorial economic footprint rispetto al off-shore economic footprint.

La logica economica di fondo nel valutare questo specifico indicatore deriva dalla necessità di comprendere gli effetti per i territori attraversati (aree definibili come on-shore) in termini di mancate ricadute economiche a beneficio dei residenti nell’area.
In questo specifico caso, trattandosi principalmente di servizi di trasporto sul corridoio Reno-Alpi e sul territorio italiano, il territorio di riferimento per questa specifica analisi è costituito – oltre all’Italia – dalle principali realtà economiche dell’Europa Centrale (Svizzera, Germania, Benelux).