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Il Corridoio Reno-Alpi per il Nord-Ovest d’Italia: scenari e prospettive

Al 2020 la Confederazione Elvetica avrà concluso un ciclo di investimenti nel settore ferroviario di enorme rilevanza su scala europea impegnando risorse per oltre 17,6 miliardi interamente finanziati attraverso un chiaro programma di specifica allocazione di tributi fiscali condiviso dalla popolazione svizzera con un referendum

Il Corridoio Reno-Alpi per il Nord-Ovest d’Italia: scenari e prospettive

I temi più critici riguardano i seguenti aspetti:

  1. l’Italia non potrà gestire convogli con le caratteristiche tecniche di 750 m di modulo e sagoma PC80 lungo le tratte ferroviarie comprese tra i porti della Liguria e i valichi con la Svizzera prima del completamento del Terzo Valico previsto alla fine del 2021;
  2. le limitazioni legate alla sagoma nelle tratte a Sud dell’asse Milano-Novara impediscono il passaggio solamente di alcune tipologia di carico (container high cube e semirimorchi con altezza d’angolo pari a 4 m), consentendo comunque il transito di container marittimi, sebbene con costi maggiori rispettoa quanto potenzialmente raggiungibile a causa dell’utilizzo dicarri ribassati. Il persistere di queste limitazioni non permettedi perseguire l’ipotesi, anche attraverso l’utilizzo di forme di innovazioni organizzative e tecnologiche, di integrare nel sistemaintermodale ferroviario i semirimorchi imbarcati e sbarcatinei terminal portuali di Genova e Savona sulle direttrici da e per il Sud Italia, la sponda Sud del Mediterraneo e la Spagna, che costituiscono un potenziale di mercato particolarmente rilevante (oltre 10 milioni di t nel 2014);
  3. le restrizioni alle potenzialità di sviluppo dei traffici lungo la parte meridionale del Corridoio Reno-Alpi limitazioni non sono solo di tipo infrastrutturali, ma anche di tipo normativo e organizzativo in quanto i regolamenti sulla circolazione attualmente non consentono il passaggio di treni a 2.000 t,che sono la Norma in tutti gli altri Paesi europei, e la gestione autorizzativa delle manovre ferroviarie da e per i porti ha privato i traffici portuali di un soggetto capace di gestire in modo efficiente questa fase della catena di trasporto.

Per poter affrontare le criticità sopra evidenziate è necessario un approccio strategico da parte dei soggetti di indirizzo delle politiche dei trasporti a livello nazionale, regionale e locale, con una visione sistemica rispetto ai seguenti aspetti:

  • infrastrutturazione in chiara logica di Corridoio e con un coerente fasaggio degli interventi;
  • regolazione dei servizi ferroviari tesa alla valorizzazione dell’efficienza del modello organizzativo;
  • valorizzazione della concertazione nell’individuazione e gerarchizzazione delle scelte infrastrutturali strategiche in materia retroportuale e terminalistica;
  • introduzione di innovazioni organizzative e tecnologiche in grado di ridurre i costi di manovra ferroviaria, che rimarranno un elemento di maggior costo comparato rispetto ad altri contesti a causa delle difficoltà di adeguamento dei moduli in ambito portuale e retroportuale.

Inoltre, il coinvolgimento dei privati per permettere la valorizzazione del ruolo del Corridoio Reno-Alpi è un elemento centrale per il successo dell’iniziativa di respiro europeo. Questo coinvolgimento è realistico se, e solo se, i diversi livelli di pianificazione delle politiche per i servizi e per le infrastrutture sono in grado di offrire una lettura chiara degli obiettivi, che non possono che essere quelli sia del supporto all’internazionalizzazione delle Imprese, riducendo l’incidenza dei costi del servizio, sia della sostenibilità del settore, tenendo conto delle variabili ambientali, sociali ed economiche.