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Cause di incidentalità stradale: fattori inevitabili o prevedibili?

La responsabilità attribuibile ad ogni elemento che compone il gruppo di "attori" che si influenzano durante l'attività di guida (uomo, veicolo e ambiente stradale) nel condizionare l'innescarsi di eventi incidentali

Cause di incidentalità stradale: fattori inevitabili o prevedibili?

Una questione spesso dibattuta da quanti si occupano di sicurezza stradale è quella relativa alla preponderanza del ruolo che ciascuno degli elementi componenti la triade di “attori” che interagiscono durante l’attività di guida-uomo, veicolo e ambiente stradale – assume nel condizionare l’innescarsi di eventi incidentali.

Immagini

  • Un esempio di distrazione alla guida per effetto dell’utilizzo del telefono per parlare o scrivere messaggi (causa endogena)
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    Un esempio di distrazione alla guida per effetto dell’utilizzo del telefono per parlare o scrivere messaggi (causa endogena)
  • Lo schema di matrice dei guasti associata ad uno scenario critico 
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    Lo schema di matrice dei guasti associata ad uno scenario critico 
  • Un esempio di segnaletica sovrabbondante e in pessimo stato (causa esogena)
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    Un esempio di segnaletica sovrabbondante e in pessimo stato (causa esogena)
  • Le principali cause di distrazione per il conducente di un veicolo
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    Le principali cause di distrazione per il conducente di un veicolo
  • La distrazione causata dal truccarsi alla guida (causa endogena)
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    La distrazione causata dal truccarsi alla guida (causa endogena)
  • L’intersezione oggetto di indagine
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    L’intersezione oggetto di indagine
  • Lo scenario critico per l’intersezione analizzata
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    Lo scenario critico per l’intersezione analizzata
  • La matrice dei guasti relativa allo scenario critico per l’intersezione oggetto di studio
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    La matrice dei guasti relativa allo scenario critico per l’intersezione oggetto di studio
  • La griglia di corrispondenza relativa al caso-studio considerato
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    La griglia di corrispondenza relativa al caso-studio considerato
  • Un esempio di cartellone pubblicitario fonte di distrazione e di cattiva percezione della regolazione semaforica (causa esogena)
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    Un esempio di cartellone pubblicitario fonte di distrazione e di cattiva percezione della regolazione semaforica (causa esogena)

Spesso il fattore umano viene indicato come predominante: i dati ISTAT relativi al 2013 imputano al fattore umano circa il 95% dei sinistri stradali in Italia.

La presunta e schiacciante predominanza del fattore umano, tuttavia, non deve servire da pretesto per giudicare ineluttabile il verificarsi della gran parte dei sinistri stradali. La genesi di qualunque fenomeno incidentale, infatti, dev’essere ricercata nella complessa interazione tra le due seguenti tipologie di fattori:

  • fattori endogeni (intimamente legati al guidatore): aspetti comportamentali indotti nel conducente sia da fattori interiori (distrazione causata da stato emotivo, fatica, pensieri), che da condizioni fisiche, fisiologiche o psicologiche derivanti dall’assunzione di sostanze come alcol o droghe (stato alterato del conducente);
  • fattori esogeni (esterni alla sfera emotiva del conducente): aspetti relativi all’ambiente stradale (ad esempio, visibilità limitata a causa di una particolare configurazione geometrica dell’infrastruttura), alle condizioni di traffico (la densità veicolare e la velocità possono influenzare la condotta di guida) e al veicolo (malfunzionamenti causati da problemi meccanici, elettromeccanici, ecc.).
I malfunzionamenti del sistema di guida

L’interazione tra i fattori esogeni ed endogeni, manifestandosi in un ambito in cui il fattore umano costituisce l’elemento maggiormente variabile sia per la numerosità degli utenti sia con riferimento all’imponderabilità dei “prototipi” umani protagonisti dell’attività di guida (differenti per età, esperienza, cultura, condizioni fisiche e psicologiche, ecc.), può provocare veri e propri malfunzionamenti (guasti) alle funzioni che il conducente attiva, consapevolmente o inconsapevolmente, durante la guida. Tali funzioni sono quelle di seguito elencate:

percezione
è la funzione attraverso cui il guidatore prende coscienza degli elementi componenti lo scenario stradale che egli osserva dal parabrezza e dagli specchietti;
valutazione
si riferisce a quei parametri che il conducente deve valutare per adeguare la propria condotta di guida all’ambiente stradale (distanza dal veicolo che precede, velocità degli altri veicoli, ecc.);
interpretazione
riguarda la comprensione della situazione di guida, dopo che essa è stata percepita e valutata. Il fallimento di questa funzione può generare un comportamento di guida in contrasto con la situazione contingente;
decisione
una volta che il guidatore ha percepito, valutato e interpretato la situazione di guida, deve decidere l’azione da compiere. Il guasto del processo di decisione può dar luogo a una delle seguenti anomalie: 1) una non-decisione; 2) una decisione tardiva; 3) una decisione errata;
azione
immediatamente a valle del processo decisionale c’è l’azione del conducente che, però, può essere tardiva o errata.

Le suddette funzioni si ripetono ciclicamente e sempre con la medesima successione cronologica durante l’attività di guida, non sono indipendenti tra loro e, nel momento in cui si manifesta il malfunzionamento di una, si verifica, in genere, il fallimento di quelle temporalmente successive. L’eventuale guasto occorrente ad una di esse, dunque, costituisce il momento decisivo che può innescare il fenomeno incidentale.

Le considerazioni svolte fino a questo punto hanno indotto il presente gruppo di ricerca a porsi come obiettivo quello di rivisitare le modalità di esecuzione dell’analisi di incidentalità disaggregata, introducendo nel classico iter metodologico quelle valutazioni mirate a consentire una razionale identificazione di tutti i fattori, endogeni ed esogeni, che possono “generare” quei guasti nell’attività di guida che, a loro volta, possono “degenerare” nei sinistri stradali. Lo scopo è quello di creare i presupposti affinché i fenomeni incidentali non vengano più considerati, come ancora oggi accade, eventi fatalmente causati dall’imperizia e dalle disattenzioni umane; a tal fine, l’approccio proposto è stato fondato sull’assunto che l’errore umano non deve considerarsi come la causa dell’incidente, ma piuttosto come la conseguenza di guasti che si verificano nelle interazioni tra il guidatore e il suo ambiente, da ricercarsi all’interno delle cinque funzioni sopra definite.

Nuovo approccio al processo di identificazione delle cause: definizione della matrice dei guasti

La tecnica di analisi degli incidenti che si è ritenuta maggiormente adatta per il processo di “rivisitazione” che si è inteso intraprendere è quella basata sugli scenari d’incidente. Com’è noto, essa culmina con l’individuazione di uno scenario critico per ciascun sito d’indagine. Ogni scenario permette di “sezionare” cronologicamente il meccanismo d’incidente in più “situazioni”:

  1. situazione di guida (situazione normale, cioè senza imprevisti per il conducente);
  2. situazione critica (quando un evento imprevisto genera una serie di sollecitazioni che superano la capacità di risposta del guidatore);
  3. situazione di emergenza (copre lo spazio e il tempo tra la situazione precedente e quella finale);
  4. fase finale (quella dell’incidente, ad esempio, per urto, collisione, ribaltamento, ecc.).

Le fasi (situazioni) sopra elencate, pur essendo temporalmente e logicamente interconnesse tra loro, possono essere analizzate indipendentemente le une dalle altre. Ogni scenario potrà così essere assoggettato ad un processo di screening al termine del quale si individueranno le cause che lo originano, con riferimento alle implicazioni sui malfunzionamenti delle funzioni di guida (percezione, valutazione, interpretazione, decisione, azione). Si otterrà, come output finale, la cosiddetta “matrice dei guasti”. Per tale processo di screening si richiede il razionale impiego delle tre fonti seguenti:

  1. studi di settore presenti in letteratura;
  2. database degli incidenti stradali;
  3. esperienza degli analisti.

Un discorso a sé merita la “distrazione” che, nell’ambito del processo di screening, potrà figurare sia come “fattore contributore”, sia come “causa scatenante”.