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Un percorso ciclopedonale a Milano

Il percorso, sviluppato per lo più in sede aerea, è inserito in un complesso contesto periurbano, dove la coesistenza tra funzioni residenziali e relativi servizi (scuola) ex industriali (fabbriche Bracco) e grande viabilità (Tangenziale Est, in viadotto) creano le premesse per disarmonie urbanistiche e degrado

Il percorso, sviluppato per lo più in sede aerea, è inserito in un complesso contesto periurbano, dove la coesistenza tra funzioni residenziali e relativi servizi (scuola) ex industriali (fabbriche Bracco) e grande viabilità (Tangenziale Est, in viadotto) creano le premesse per disarmonie urbanistiche e degrado.

Immagini

  • L’attraversamento della rampa in uscita dalla tangenziale
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    L’attraversamento della rampa in uscita dalla tangenziale
  • Il modello tridimensionale della passerella
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    Il modello tridimensionale della passerella
  • Il modello dell’attraversamento
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    Il modello dell’attraversamento
  • La fase di realizzazione dell’attraversamento
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    La fase di realizzazione dell’attraversamento
  • Un particolare dell’attraversamento e della pavimentazione
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    Un particolare dell’attraversamento e della pavimentazione
  • Un particolare della foratura per l’illuminazione verso l’esterno
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    Un particolare della foratura per l’illuminazione verso l’esterno
  • La vista notturna dell’illuminazione interna sull’attraversamento
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    La vista notturna dell’illuminazione interna sull’attraversamento
  • La vista dell’intradosso della passerella in curva
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    La vista dell’intradosso della passerella in curva
  • L’attraversamento della rampa in galleria
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    L’attraversamento della rampa in galleria
  • La vista dall’alto della fase di posa della lamiera grecata
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    La vista dall’alto della fase di posa della lamiera grecata

Il percorso pedonale, e in particolare le parti sopraelevate e gli attraversamenti delle rampe di svincolo, dovevano diventare degli elementi architettonici di attrazione capaci di distrarre dall’ovvietà funzionale delle rampe di svincolo e dalle pertinenze poco attrattive di un sottoviadotto che, pur riqualificato e sistemato a verde, non potrà mai considerarsi degno di considerazione architettonica.

Il progetto

Il progetto esecutivo di appalto, inserito nel più ampio quadro dei lavori della riqualifica dello svincolo di Lambrate sulla Tangenziale Est di Milano, prendeva spunto dal fatto che il percorso si snoda lungo l’intera area di svincolo da Ovest a Est e, sviluppandosi con andamento planoaltimetrico sinuoso ed irregolare a causa del rispetto di vincoli e priorità proprie dello svincolo e del viadotto dei Parchi della tangenziale, poteva costituire, se ben studiato, quel “segno architettonico” di cui necessitava.

La sfida

Quando la Committente ha lanciato la sfida era la fine di Marzo 2013: il percorso ciclopedonale doveva essere funzionale e aperto entro i primi di Settembre per garantire un afflusso sicuro degli studenti al vicino plesso scolastico. In pratica, significava anticipare di circa quattro mesi sul cronoprogramma. Raccogliere la sfida avrebbe voluto dire lavorare senza interruzioni per arrivare a montare la passerella durante l’estate, periodo tradizionalmente poco favorevole a causa del rallentamento delle forniture e dei vuoti di organico dovuti alle vacanze.

La complessità del progetto, l’irregolarità e mancata ripetitività delle forme, comportanti l’impossibilità di ricorrere a prefabbricazione industrializzata, l’esigenza di modificare il progetto in alcune sue parti per consentire l’accelerazione richiesta (la presenza di alcune lavorazioni sotto il percorso obbligava all’eliminazione di una pila con unificazione delle campate) e infine la necessità di sviluppare le lavorazioni di montaggio entro ben precise “finestre temporali” corrispondenti alle autorizzazioni di chiusura rampe di svincolo, costituivano ulteriori ostacoli per il conseguimento dell’obiettivo. Non ultimo, le fasi operative di montaggio della struttura erano necessariamente sovrapposte a quelle del resto del cantiere, con ovvie conseguenze sulla sicurezza delle maestranze e conseguente necessità di pianificare le lavorazioni con il dovuto metodo e anticipo.

Grazie quindi a uno sforzo congiunto, che ha impegnato Progettista costruttivo, Direzione Lavori, Coordinatore per la sicurezza e Imprese costruttrici, si è proceduto all’accurata pianificazione delle fasi esecutive:

  • progettazione di dettaglio;
  • istruttoria e approvazione dei progetti;
  • piano delle forniture, delle lavorazioni e dei controlli dei materiali;
  • programma dei montaggi;
  • programma dei getti in opera;
  • pianificazione delle finiture e degli impianti;
  • programma delle prove di carico e collaudi.

Il risultato finale ha evidenziato che i margini “di manovra” per gestire eventuali imprevisti erano ridotti al minimo. Occorreva che nessuno dei soggetti interessati mancasse alle proprie funzioni.

La costruzione

La prima criticità da superare è stata l’organizzazione della produzione delle strutture in acciaio. Infatti, questa è stata caratterizzata dal ciclo di calandratura prima, lavorazione e preassemblaggio in stabilimento poi, per passare infine a zincatura e verniciatura, sempre in stabilimenti e realtà diversificate nel Nord Italia. Insomma, non certo una struttura “a km zero”!

Il motivo di fondo di tale problematica sta nella presenza di numerosi tratti di struttura tubolare a curvatura ridotta, per realizzare i quali si è proceduto attraverso un delicato processo di calandratura non tradizionale a garantire la sinuosità del tubolare senza essere costretti a procedere a inestetiche segmentazioni dei tratti curvilinei del tubolare medesimo.

Grazie ad una accurata ingegnerizzazione del progetto ed alla sua applicazione quasi esclusivamente in stabilimento si sono potute inoltre evitare attività di saldatura in cantiere, affidando a semplici e veloci unioni bullonate l’assemblaggio in opera della struttura.

L’Impresa appaltatrice Consortile, formata da Cooperativa di Costruzioni di Modena e Pessina Costruzioni di Milano, ha dovuto quindi affrontare in primo luogo l’individuazione delle risorse e dei soggetti attuatori in grado di dare efficaci risposte alle esigenze progettuali e alle criticità evidenziate. Per la particolare caratteristica dimensionale del tubolare strutturale, l’unico stabilimento in Italia e in Europa in grado di garantire la calandratura necessaria è stata la OMP-Mongiardino Srl, con sede a Carbonara Scrivia (AL), mentre l’Azienda che si è occupata della lavorazione, del montaggio, e dello sviluppo complessivo della carpenteria, la INCI Srl, ha sede a Renazzo in provincia di Ferrara.