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Strade europee più sicure? Sì, ma…

La Commissione Europea ha pubblicato le statistiche sulla sicurezza stradale

Strade europee più sicure? Sì, ma...

Per quanto riguarda gli incidenti non mortali, il problema più serio è quello delle ferite alla testa e al collo. Studi recenti hanno dimostrato che l’utilizzo del casco può ridurre le conseguenze di queste ferite del 70%. Le statistiche indicano inoltre che nei Paesi in cui l’uso del casco per i ciclisti è regolamentato, i feriti gravi sono diminuiti di circa la metà. Purtroppo, non esiste (ancora?) una regolamentazione europea sull’uso del casco per ciclisti e le legislazioni nazionali variano fortemente da uno Stato all’altro. La Commissione, pur rispettando l’indipendenza degli Stati membri, sta valutando se valga la pena imporre una Normativa comune a questo riguardo.

L’ultima categoria di utenti deboli è rappresentata dai motociclisti (moto e ciclomotori); questi rappresentano il 18% delle vittime, ma, contrariamente alle altre due categorie, la diminuzione delle vittime è in linea con le statistiche totali (17% contro il 18%). I Paesi più sicuri per i motociclisti sono Estonia (2% delle vittime), Romania (3%) e Bulgaria (5%); curiosamente, questi ultimi due Paesi figurano invece ai primi posti per il numero di vittime totali. Particolarmente pericolosi per i motociclisti sono Francia (20%), Italia (21%) e soprattutto Grecia (29%). Anche in questo caso, le percentuali di vittime possono essere in parte spiegate dal gran numero di motoveicoli (e in particolare ciclomotori) in circolazione. La maggior parte dei motociclisti resta uccisa nelle strade extra-urbane (56%) e il 94% delle vittime sono di sesso maschile. Contrariamente alle altre categorie deboli, solo il 21% delle vittime ha più di 50 anni, mentre il 57% hanno un’età compresa tra i 25 e i 49 anni. Rispetto alle altre categorie, inoltre, i motociclisti risentono molto di più delle condizioni climatiche; la maggior parte delle vittime, infatti, si riscontra nei giorni di cattivo tempo o in inverno (soprattutto nel Nord Europa).

Come detto, l’obiettivo della Commissione è di ridurre del 50% le vittime della strada entro il 2020; l’obiettivo è ancora raggiungibile, anche se significa un calo dell’8% l’anno per i prossimi cinque anni. Le statistiche pubblicate mostrano chiaramente che bisogna focalizzare gli sforzi verso quelle categorie (pedoni e ciclisti) che non riescono a “tenere il passo” dei miglioramenti generali riscontrati. Chiaramente, il miglioramento della sicurezza stradale passa attraverso tutti gli attori: utenti della strada, Autorità europee, nazionali e locali, Gestori d’infrastrutture, Istituti di Ricerca, Scuole. Tutti possono (e devono) contribuire alla sicurezza di tutti.

Come ha affermato il Commissario Europeo ai Trasporti, Violeta Bulc, “non possiamo fermarci adesso, abbiamo ancora tanto lavoro da fare. Come possiamo usare le nuove tecnologie per migliorare la sicurezza stradale? Che idee innovative possiamo trovare per migliorare la sicurezza degli utenti deboli? E come possiamo mobilitare ancora di più gli Stati membri e i cittadini nella ricerca della massima sicurezza stradale per tutti? Sono queste le sfide future con le quali dobbiamo confrontarci”.