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Il viadotto Santo Stefano

Il riposizionamento e la messa in sicurezza dell’impalcato

Il viadotto Santo Stefano

Gli spostamenti trasversali, che pur si rilevano sugli isolatori, sono contenuti tutti in valore di qualche millimetro tranne che per quelli sulla spalla A (lato Candela) e sulle pile 1 e 2 dove attingono valori variabili fino a 5 cm.

Le motivazioni di una tale circostanza possono trovarsi nel comportamento ad arco dell’impalcato nel suo piano per effetto del mutato vincolamento orizzontale dello stesso in corrispondenza delle due spalle; infatti, la testata in direzione Matera è bloccata in corrispondenza della trave di bordo di valle e il punto di contatto in realtà svolge la funzione di cerniera fissa intorno a cui l’intero impalcato tende a ruotare non essendo impedito in questo dalla presenza dei cunei in legno sull’altra spalla certamente deformabili.

A tutt’oggi è stato possibile accertare – sulle strutture in elevazione e su quelle di fondazione sia delle pile che delle spalle – un danno evidente: infatti, come l’esame visivo non ha accertato alcun quadro fessurativo sia sui fusti delle prime che sui paramenti delle seconde (se non in corrispondenza delle velette paraghiaia), allo stesso modo le numerose prove soniche condotte sui pali di fondazione hanno finora escluso qualsiasi danneggiamento di questi ultimi.

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