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Il trasloco dell’antica torre per il raddoppio della statale

Più facile spostare una strada o una torre di 12 metri e 800 tonnellate? Questo il quesito dinanzi al quale si è trovata l’Anas nel 2013 quando la Soprintendenza di Bari fece valere il suo vincolo sulla Torre di San Vincenzo, poco distante (1,5 chilometri) dal centro di Palo del Colle, in provincia di Bari.

L’antico manufatto, risalente a un periodo compreso tra il XII e il XV secolo, si trovava esattamente lungo il tracciato del raddoppio della Strada statale 96 che collega Bari a Matera. Si trovava. Perché, nell’impossibilità di abbattere la torre, data la sua valenza storica (rientra in un reticolo più ampio di torri di avvistamento della Murgia), alla richiesta della Soprintendenza di variare il tracciato, l’Anas rispose con una controproposta: muoviamo la torre, come in una partita a scacchi. Ricevendo il via libera proprio della stessa Soprintendenza.

I tempi dell’operazione – Cinque anni dopo, il primo spostamento in Italia di un bene architettonico è cosa fatta: sabato, dopo 24 ore di lento movimento (esattamente 1,3 metri all’ora) e in anticipo rispetto ai programmi che prevedevano la fine delle operazioni tra ieri e oggi, la medievale Torre di San Vincenzo ha compiuto i previsti 32 metri in direzione Ovest per far spazio alla nuova strada che dovrà essere completata prima delle manifestazioni per Matera Capitale della Cultura europea 2019.

L’intera operazione, in realtà, è durata molto più di un giorno. «I lavori propedeutici — spiega Matteo Castiglioni, coordinatore territoriale di Anas adriatica —, come il consolidamento della muratura, sono iniziati nella primavera del 2017: non c’erano precedenti, per Anas si tratta del primo caso. La torre è stata imbragata e poi sollevata con dei martinetti e spinta con pistoni lungo un tracciato su rotaie. Il tutto sotto monitoraggio tramite strumentazione elettronica per valutare lo stato di sollecitazione».

Costo complessivo dell’operazione: 1,5 milioni di euro. I lavori di realizzazione della Statale 96 sono appaltati dall’Anas all’Ati (Associazione temporanea di imprese) tra l’emiliano Consorzio Integra e la pugliese Aleandri. La «mossa della torre», invece, è merito dell’impresa Garibaldi di Bari e della Cp Technology di Milano. La prima ha provveduto all’imbragatura e al taglio «chirurgico» della torre dalle sue fondamenta prima di sollevarla e deporla su una grande piastra di calcestruzzo di dieci metri per dieci, del peso di 175 tonnellate; la seconda, dopo aver collocato la piastra su una speciale rotaia, ha spostato la torre.

Le iniezioni di cemento – «L’operazione — spiega l’imprenditore Beppe Fragasso della Garibaldi — è stata complicata dal fatto che la torre presentava una cisterna inferiore. Per questo abbiamo fortificato la struttura con iniezioni di miscela cementizia speciale, per poi proteggerla con paratie in legno all’interno delle quali è stata versata della sabbia per evitare vibrazioni. Solo allora abbiamo tagliato la torre all’altezza del piano di campagna per sollevarla e deporla sulla piastra. Per instradarla, infine, sui binari». E dare il via libera alla nuova Statale 96: Matera 2019 non può attendere.