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“Dibattito pubblico” per realizzare le grandi opere

Il segreto per realizzare le grandi opere infrastrutturali, ma anche per intervenire sul territorio in modo coordinato, efficace e non conflittuale, sembra essere il “dibattito pubblico”, versione italiana del francese “Débat publique”  oppure dello statunitense “Public consensus building”.

Ad indicarlo è una serie di impegnativi interventi già concluso oppure in corso d’opera in Italia: dalla Torino-Lione (dove il “dibattito pubblico” all’inizio non è stato adottato), al Terzo Valico (dove invece questo metodo ha trovato ampio spazio).

Proprio a partire dal Terzo Valico, domani a Torino si svolgerà un dibattito al quale è prevista anche la presenza del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio. Un appuntamento che fra l’altro coincide con  l’approvazione del decreto attuativo che introduce in Italia il “dibattito pubblico” che a sua volta che fa parte del nuovo Codice degli appalti.

Oltre al Terzo Valico – che completa il corridoio Reno-Alpi sul percorso Genova-Rotterdam -, altre infrastrutture importanti sono già state realizzate con questo metodo. Come per esempio la cosiddetta “Gronda ferroviaria” di Genova oppure le “opere di adduzione” al tunnel del Brennero.

Adesso, il metodo sarà applicato per realizzare autostrade, strade extraurbane, tronchi ferroviari, aeroporti, porti marittimi, vie navigabili, interporti merci oltre una certa soglia di valore e grandezza. Ma lo stesso “dibattito pubblico” potrà anche essere richiesto da 50mila cittadini.