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Turismo: “Viaggiare in Italia”, al via nuovo piano mobilità

Si chiama “Viaggiare in Italia”, il primo piano per la mobilità turistica nato dalla collaborazione tra il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) e quello dei Beni e Attività Culturali e del Turismo (Mibact), presentato questa mattina dai ministri Graziano Delrio e Dario Franceschini. La sinergia tra i due ministeri ha lo scopo di massimizzare l’efficacia delle azioni di governo e ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili per l’attuazione degli interventi.

“Finalmente lavoriamo con una strategia comune che resterà nei prossimi anni, al di là dell’esito delle elezioni”, ha detto Franceschini, al quale ha fatto eco Delrio secondo cui “il settore turistico è prioritario nella pianificazione delle Infrastrutture del paese”.

Il turismo, come hanno spiegato i ministri in una conferenza stampa, è un “asset strategico per lo sviluppo del paese” perché genera economia, competenze, idee, lavoro e innovazione. Basti pensare che nel 2016 ha contribuito per l’11,1% del Pil nazionale con oltre 168 miliardi di euro. In Italia ci sono stati oltre 66 milioni di viaggiatori (+5% rispetto al 2015) che hanno generato una spesa di 45 miliardi euro.

Il piano ha un orizzonte temporale di 6 anni (2017-2022) e, attraverso un monitoraggio annuale, agisce su leve fondamentali come l’innovazione tecnologica e organizzativa, la valorizzazione delle competenze, la qualità dei servizi.

Il piano disegna un modello di accessibilità basato sulle ‘porte di accesso al paese’ (porti, aeroporti e stazioni ferroviarie). Ha 4 obiettivi: accrescere l’accessibilità ai siti turistici per rilanciare la competitività del turismo; valorizzare le infrastrutture di trasporto come elemento di offerta turistica; digitalizzare l’industria del turismo a partire dalla mobilità; promuovere modelli di mobilità turistica ambientalmente sostenibili e sicuri.

La governance della mobilità turistica sarà assicurata da un tavolo di lavoro permanente che, oltre a Mit e Mibact, coinvolgerà gli stakeholder, i gestori dell’infrastruttura, gli operatori di trasporto, gli operatori del settore e delle comunità locali.

“Connettere l’Italia”, l’allegato Infrastrutture al DEF del 2016 e del 2017, è stato ricordato, per la prima volta riconosce i poli turistici come elementi costitutivi della rete del Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti (SNIT) e individua 108 progetti e programmi di investimento prioritari. Questi interventi, distribuiti su strade, ferrovie, porti, aeroporti, ciclovie e sistemi di trasporto rapido di massa, hanno un forte impatto atteso su accessibilità e mobilità turistica e attiveranno una mole importante di risorse con diversi strumenti di programmazione.

Si tratta, in larga parte, di risorse nazionali per la politica infrastrutturale. Queste provengono ad esempio dal Contratto di Programma Anas 2016/2020 (5,6 miliardi di euro di cui 1,3 nel periodo 2017-2022), dal Contratto di Programma RFI (10,3 mld di cui 2,3 nel periodo 2017-2022), dal PON Infrastrutture e Reti (821 mln per Cielo Unico Europeo). Ci sono inoltre 2,36 miliardi per nuovi autobus e 2,4 miliardi per nuovi treni di trasporto pubblico locale che provengono da Legge di Bilancio, FSC, PON Metro. Dalla PAC 2014-20 vengono invece 140 milioni per il “Recupero Waterfront” e 90 milioni per “Accessibilità turistica”. Risorse addizionali potranno poi arrivare dall’Ue.