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Spending review, doppio intervento da almeno 6 miliardi

Quasi 1 miliardo subito a metà aprile con il varo della manovrina correttiva e almeno altri 5 miliardi l’anno, a partire dal 2018, sotto la spinta della prossima legge di bilancio autunnale. È un’operazione in due tappe quella che il Governo sta congegnando per dare il via alla cosiddetta “fase 3” della spending review, che si svilupperà per la prima volta sulla base dei nuovi vincoli per ministeri e amministrazioni centrali fissati dalla riforma del bilancio approvata la scorsa estate dal Parlamento, con tanto di tempistica chiara e rigida per sfrondare i budget da sprechi e risorse superflue.

Entro fine maggio gli obiettivi di spesa

Stop, dunque, al rito della trattativa in extremis a settembre tra il ministero dell’Economia e i singoli dicasteri sull’entità dei tagli da far scattare con la manovra autunnale. Già entro la fine di maggio Palazzo Chigi dovrebbe dare l’ok al decreto del Presidente del consiglio (Dpcm) con cui mettere nero su bianco le indicazioni delle priorità di Governo e degli obiettivi di spesa triennali relativi ad ogni dicastero. Una nuova strategia quella per realizzare la “fase 3” della revisione della spesa su cui l’Esecutivo conta molto. Non a caso il capitolo della spending review è destinato a trovare un posto di primo piano nel Def e nel Programma nazionale di riforme attesi entro il 10 aprile.

In aprile il Def e correzione da 3,4 miliardi

Parallelamente sarà varata la manovrina correttiva, pari a 0,2 punti di Pil, chiesta da Bruxelles. In questo caso il via libera potrebbe arrivare anche qualche giorno dopo la presentazione del Documento di economia e finanza ma comunque prima della fine di aprile, nonostante nel Pd ci sia chi spinga per un rinvio a dopo lo svolgimento delle primarie. Ma il pressing esercitato negli ultimi giorni dalla Commissione Ue avrebbe indotto il Governo a evitare un braccio di ferro su un ulteriore slittamento. Dei 3,4 miliardi da trovare non meno di 850 milioni (ma forse anche 1,2 miliardi) arriveranno dalla “spending” prevalentemente sotto forma di tagli semi-lineari. Un altro miliardo sarà garantito dal rafforzamento dello split payment sul fronte Iva mentre resta aperta la partita sulla dote restante da individuare dopo la frenata sull’ipotizzato aumento delle accise sui carburanti.

Manovra d’autunno da almeno 25 miliardi

La revisione della spesa dovrebbe poi “coprire” almeno un quinto della manovra autunnale, che potrebbe richiedere interventi per non meno di 25 miliardi, semprechè il Governo non decida di sterilizzare solo parzialmente le clausole di salvaguardia fiscali (Iva in primis) da oltre 19 miliardi per il 2018. Il pacchetto-spending della prossima legge di Bilancio non prevederà solo interventi su capitoli di spesa e budget dei ministeri ma punterà anche a un ulteriore rafforzamento del meccanismo di centralizzazione degli acquisti di beni e servizi della PA è una gestione ottimizzata dei flussi di spesa in direzione di enti locali e regioni. Da quest’ultima operazione potrebbe essere ricavato un miliardo.

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