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Primo sì alla nuova Via: procedura unica

Una nuova procedura ambientale unificata, che ingloberà tutte le autorizzazioni in campo ambientale e i relativi procedimenti autorizzativi. Un riordino delle competenze in campo di valutazione ambientale che limiti il ruolo delle Regioni (accentrando al Ministero dell’Ambiente tutte le Via relative a infrastrutture). E termini perentori per tutte le procedure, con la Via statale limitata a un massimo di 390 giorni (ma senza silenzio-assenso, che in materia di Via è vietato dalle direttive Ue).

Sono queste le novità principali dello schema di decreto legislativo, esaminato in via preliminare dal Consiglio dei ministri, che recepisce la direttiva europea 2014/52/Ue. E che, di fatto, guarda soprattutto a un obiettivo: semplificare fortemente il meccanismo della Via, una procedura per la quale oggi, nei casi peggiori, si possono perdere fino a sei anni.

Il decreto modifica, nel merito, tutti gli istituti legati alla Via “al fine – si legge nella relazione illustrativa – di recepire fedelmente la direttiva, di rendere efficienti le procedure, di innalzare i livelli di tutela ambientale, di contribuire a sbloccare il potenziale derivante dagli investimenti in opere, infrastrutture e impianti per rilanciare la crescita sostenibile, attraverso la correzione delle criticità riscontrate da amministrazioni e imprese in merito alla disciplina vigente”.

Il problema principale è che, al momento, secondo le analisi del ministero dell’Ambiente, i tempi medi di conclusione dei procedimenti Via sono di circa tre anni, mentre per la verifica di assoggettabilità alla Via (la fase prodromica che serve a verificare se portare un progetto in Via) sono necessari 11,4 mesi. Nonostante la normativa vigente preveda termini più ridotti (da un minimo di 150 a un massimo di 390 giorni), “le attuali tempistiche minime per lo svolgimento di una valutazione di impatto ambientale sono di circa 300 giorni fino ad un massimo di 6 anni; per la verifica di assoggettabilità a Via, invece, si va da un minimo di 2 mesi fino ad un massimo di 2,6 anni”. E bisogna considerare che il valore complessivo degli investimenti sottoposti a Via pendenti è al momento di circa 21 miliardi.

Serviva quindi una riorganizzazione per ridurre i tempi e contrastare la frammentazione che affligge le autorizzazioni ambientali. “In tale prospettiva è parsa evidente ed improcrastinabile l’esigenza di rendere possibile, su istanza del proponente, che la valutazione di impatto ambientale nei procedimenti di competenza statale assuma i caratteri di procedimento “assorbente” rispetto al rilascio di tutti quei titoli abilitativi e autorizzativi comunque riconducibili ai fattori ambientali”.

Arriva così il procedimento unico ambientale: lo potranno richiedere i progetti assoggettati a Via statale e, in questo modo, sarà possibile sostituire “tutti i titoli abilitativi o autorizzativi comunque riconducibili ai fattori “ambientali” da prendere in considerazione ai fini della Via”.

Viene, poi, semplificata la verifica di assoggettabilità a Via. Non ci sarà più l’obbligo per il proponente di presentare gli elaborati progettuali (progetto preliminare o studio di fattibilità), ma sarà sufficiente presentare esclusivamente lo studio preliminare ambientale.

Vengono introdotte regole omogenee per il procedimento di Via su tutto il territorio nazionale, con la limitazione dei poteri delle Regioni. E viene alleggerita la procedura per l’autorizzazione dei progetti di livello statale.
Tutta la procedura di Via Statale, quindi, si chiuderà nel giro di 390 giorni, poco più di un anno: 60 per la presentazione delle istanze, 210 giorni per la consultazione del pubblico e l’acquisizione dei pareri, 120 giorni per la valutazione e l’adozione del provvedimento vero e proprio.
In caso di procedimento di autorizzazione regionale, i tempi massimi scendono fino a 280 giorni. Mentre, per il procedimento unico ambientale statale, si potrà salire fino a 445 giorni, ma ottenendo tutte le autorizzazioni in ambito ambientale con un procedimento unificato che includerà anche la Conferenza di servizi e l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale).

Tutti i termini, nel nuovo sistema, diventeranno perentori. Cercando, così, di evitare inutili rinvii. Ma attenzione, non si tratta di silenzio-assenso, impossibile perché la Via è un’autorizzazione espressa prevista dalle normative europee. Vengono invece rafforzate le norme sulla responsabilità dei dirigenti e la possibilità di sostituirli in caso di decorso dei termini.