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Inchiesta Cociv, Cantone in campo: formalizzata la richiesta di commissariamento

Inviata al prefetto di Roma la proposta di gestione straordinaria dell’opera da 6,2 miliardi per l’alta velocità Milano-Genova

Dopo il Mose e l’Expo un’altra grande opera finisce sotto l’ala di Cantone. L’ex magistrato, che ora guida l’Autorità Anticorruzione, ha inviato avviato la richiesta di commissariamento del consorzio che gestisce progetto e cantieri del Terzo Valico, vale a dire la linea ad alta velocità da 6,2 miliardi destinata a collegare Milano e Genova.

La richiesta di «straordinaria e temporanea gestione» dell’appalto, in mano al consorzio, è diretta al Prefetto di Roma ed è connessa con le inchieste giudiziarie delle procure di Genova e Roma relative a ipotesi di corruzione per l’assegnazione dei subappalti nei lavori per il raddoppio ferroviario che ha portato all’arresto di 30 persone.

Le procedure per assegnare servizi e subappalti, secondo gli inquirenti, sarebbero state pilotate, con mazzette e favori: le ordinanze dei giudici descrivono «una prassi corruttiva dilagante e sistematica». Per questo, le vicende relative alla direzione dei lavori per il Terzo Valico, la gara di fornitura per la galleria di Cravasco (aggiudicata alla Giugliano Costruzioni Metalliche), quella per il Lotto Libarna (54 milioni, aggiudicata alla Oberosler Cav.Pietro) e per il Lotto Serravalle ( 189 milioni, assegnato alla Grandi Lavori Fincosit con un ribasso del 13%) sono finite al centro delle inchieste e per l’Anac giustificano a pieno titolo la richiesta di gestione straordinaria della maxiopera.

In base alle procedure previste dal Dl 90/2014 (articolo 32) al Prefetto spetta la decisione finale sul commissariamento proposto dal presidente dell’Anac. Finora non si è mai verificato il caso di una richiesta andata a vuoto.

In risposta alle inchieste, Cociv ha subito rimosso i dirigenti o finiti nell’indagine della magistratura, dichiarandosi parte lesa e annunciando di attendere «con serenità» gli esiti delle inchieste . Per Cantone, in qualità di general contractor dell’opera, il Cociv svolge una funzione assimilabile a quella di una stazione appaltante pubblica e avrebbe per questo dovuto garantire la correttezza degli affidamenti.

Quotato in Borsa, Cociv è controllato dal gruppo Salini Impregilo (64%) ed è partecipato al 31% dall’impresa romana Condotte d’Acqua e al 5% da Civ. Le società hanno sottolineato fin dall’inizio che, nonostante il controllo azionario, il Cociv ha una sua organizzazione interna autonoma e un suo bilancio.

A metà dicembre, a poche settimane dall’annuncio dei primi risultati dell’inchiesta, dopo aver rimosso i dirigenti inquisiti, Cociv ha anche deciso di annullare «in autotutela» quattro maxigare relative all’assegnazione di altrettanti lotti del Terzo valico per un controvalore di 864 milioni. Tra queste anche un cantiere (lotto Val Lemme), assegnato a settembre all’impresa Grandi Lavori Fincosit per 228 milioni.

Iniziative di «self cleaning» che l’Anac apprezza, ma che non giudica sufficienti. Anzi agli occhi di Cantone ha sollevato dubbi anche la scelta del Cociv di rescindere i contratti con le imprese finite nel mirino dei magistrati (Fincosit, Oberosler e Giugliano Costruzioni) dopo l’avvio del procedimento mirato al commissariamento degli appalti. Non a caso, l’Anac suggerisce agli amministratori straordinari che saranno nominati in caso di commissariamento, di verificare la legittimità della risoluzione dei contratti – che di fatto vanifica un eventuale richiesta di commissariamento degli specifici appalti – effettuata da Cociv dopo aver saputo che l’Autorità aveva avviato approfondimenti.

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