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CsC alza le stime sul Pil (+1,3%). «Ritorno ai livelli pre-crisi nel 2023»

Il Pil italiano crescerà dell’1,3% nel 2017 e dell’1,1% nel 2018. Lo stima il Rapporto previsionale del Centro studi Confindustria, Scenari economici “La ripresa globale si consolida. Italia a ruota”, presentato questa mattina in viale dell’Astronomia. Rispetto alle stime CsC di dicembre 2016 (+0,8% nel 2017 e +1,0% nel 2018), le attuali sono riviste al rialzo soprattutto per una dinamica più robusta di quella attesa per il quarto trimestre 2016 e per il primo 2017, che ha comportato una crescita aggiuntiva di 0,3 punti percentuali nel 2017, rispetto a quella stimata a dicembre. Nel 2017 e nel 2018 l’occupazione rallenterà al +0,9% e al +0,8%, dal +1,4% del 2016.

La discesa del deficit pubblico è lenta: al 2,3% del Pil quest’anno e al 2,4% nel 2018 (al lordo delle clausole di salvaguardia che valgono 0,9 punti di Pil). Mentre non scende il rapporto tra debito pubblico e Pil: 133,2% e 133,7%, da 132,6%. Le politiche di bilancio, se da una parte hanno abbandonato l’orientamento di marcata riduzione del deficit, non sostengono ancora la domanda in modo da alleviare l’onere che grava sulle politiche monetarie. Il ritorno ai livelli pre-crisi è previsto nel 2023. L’inflazione si è allontanata dai minimi pericolosi del passato, ma resta sotto gli obiettivi delle Banche centrali.

Il rientro dagli stati di crisi e il ritorno dal part time al tempo pieno stanno determinando un «allungamento degli orari di lavoro», tagliati durante la
recessione, con la conseguenza – segnala il rapporto – che il numero di persone occupate crescerà a «ritmo smorzato». Dopo il +1,3% del 2016 gli occupati saliranno ‘solo’ dello 0,8% sia nel 2017 che nel 2018. Quanto alle retribuzioni, nel biennio 2017-2018 quelle reali, viene spiegato, arretrano dello 0,5%, dopo il +1,4% cumulato nel 2013-2016. Il rapporto segnala che in Italia ci sono «7,7 milioni di persone cui manca il lavoro, in tutto o in parte». Un bacino ancora ampio costituto da disoccupati ma anche da occupati part time involontari o persone disponibili a lavorare ma che non cercano. Ciò nonostante i miglioramenti registrati negli ultimi anni.

Elezione diretta del presidente della Commissione Ue, che deve essere anche presidente del Consiglio Ue; istituzione di un Parlamento solo dell’Eurozona, a cui dovrebbe rispondere un ministro delle Finanze che gestisca il nuovo bilancio solo dell’Eurozona. Sono le proposte principali lanciate da Confindustria con il Rapporto previsionale del Csc che dedica il Focus di approfondimento all’Europa. Per «aumentare la legittimazione democratica dell’Unione» Confindustria propone che quattro funzioni siano cedute dagli Stati all’Europa: le Relazioni internazionali; la sicurezza e difesa; il controllo delle frontiere e le politiche migratorie; l’adozione di un bilancio comune solo dell’Eurozona che protegga i cittadini dal rischio disoccupazione e finanzi investimenti.