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Causano un incidente stradale, condannati all’ergastolo

L’automobile come un’arma. Guidata da irresponsabili, come la cronaca spesso riporta, può fare danni gravissimi.

L’elemento scatenante il guaio, vale la pena rammentarlo, è quasi sempre il conducente.

Questo, a qualsiasi latitudine del pianeta Terra. Perché, fatto noto, gli incidenti stradali si contano in ogni Paese. All’incosciente di turno, però, non è detto che vada sempre bene. Che riesca a passarla liscia o a limitare le conseguenze del suo censurabile comportamento.

Un giudice, in Germania, di recente, ha comminato la pena dell’ergastolo a due giovani, di 25 e 28 anni, che si erano sfidati, lo scorso anno, in una gara di velocità lungo una delle vie centrali di Berlino.

A fare le spese del sinistro mortale che avevano, poi, provocato era stato un incolpevole 69enne al volante del suo veicolo. Per il giudice, le rispettive auto erano state utilizzate come “armi“. Quindi: “… mezzi in grado di provocare un pericolo pubblico“.

I due dovevano riflettere sul fatto che l’inutile bravata poteva comportare conseguenze disastrose. La sentenza, a prescindere dalla vicenda specifica, dovrebbe fare riflettere quanti, in generale, se ne infischiano della sicurezza propria e altrui. Si pensi soltanto, per avere un ordine di grandezza del fenomeno, che la morte su strada è tra le prime dieci cause di decesso nel mondo: ogni anno, più o meno, muoiono 2,5 milioni di persone.

Sono 50 milioni quelle che restano ferite. Numeri impressionanti, sui quali vale la pena di soffermarsi a riflettere.